00:00 13 Luglio 2016

STAGIONALI: esordio della Niña dal prossimo autunno, quali conseguenze? (PARTE 1)

Dopo El Niño ora è il turno della Niña: dinamiche di sviluppo e possibili conseguenze sulla circolazione atmosferica europea.

L’anno 2015 è stato caratterizzato da uno sviluppo prepotente del fenomeno molto conosciuto del Niño; quest’ultimo consiste in un riscaldamento anomalo delle acque superficiali dell’oceano Pacifico equatoriale. Sovente interessate da questo fenomeno, sono le coste occidentali dell’America Latina (Perù – Ecuador – Cile). Dopo aver toccato un picco massimo nell’inverno del 2015, l’arrivo della primavera è stata scandita da un rapido declino del fenomeno che ha esaurito in breve tempo la sua forza. L’arrivo dell’estate sancisce il ritiro "ufficiale" di El Niño dalla scena, col rientro completo dell’anomalia.

Lo sviluppo periodico dei fenomeni di El Niño (riscaldamento) e della Niña (raffreddamento), fanno parte del ciclo ENSO, caratterizzato appunto da un ciclico alternarsi tra fasi di riscaldamento e fasi di raffreddamento indotto dalle circolazioni oceaniche profonde, analizzate da scienziati e studiosi di tutto il mondo.

Restano infatti gli oceani (soprattutto il Pacifico e l’Atlantico) tra i più importanti elementi termoregolatori del clima terrestre. La loro influenza sulla circolazione atmosferica planetaria è di assoluta rilevanza ed una giusta comprensione di quelli che sono gli impatti delle anomalie positive/negative che si verificano sulla superficie di questi grandi oceani, sono in grado di spiegare direttamente o indirettamente, molti dei comportamenti assunti dalle circolazioni atmosferiche che si manifestano sul nostro pianeta.

Basti pensare che dagli oceani traggono linfa vitale due grandi onde planetarie; le tanto agognate e discusse in tempi d’inverno "wave 1 onda pacifica", "wave 2 onda atlantica". Dal comportamento di questi due immensi serbatoi di calore, può essere in buona parte spiegato anche il comportamento del nostro Vortice Polare e quindi in buona sostanza, l’esito finale della stagione invernale.

Ebbene i calcoli dei modelli fisico-matematici sulla previsione degli oceani, mettono in luce l’avvento probabile di un episodio di Niña moderata già entro la seconda metà dell’estate in corso. Si usa parlare di Niño quando la temperatura superficiale dell’oceano Pacifico equatoriale, supera la soglia di +0.5°C, mentre parliamo di Niña quando tale valore scende sotto la soglia dei -0.5°C, in questo momento le anomalie variano da +0.4°C a -0.2°C a seconda delle aree, risultando quindi complessivamente IN MEDIA.

Le previsioni per il prossimo autunno, mettono in luce un calo graduale delle temperature in tale porzione d’oceano, sino ad un valore di -1.0°C che darebbe il via ufficiale all’episodio di Niña. Le probabilità di realizzazione di un tale scenario sono attualmente stimate attorno al 75%, discretamente probabile ma non ancora certo.

Quali conseguenze per l’Europa?

Decisamente prematuro stabilire lo scenario atmosferico che potrebbe venire a crearsi in ambito europeo; l’avvento di questi due grandi fenomeni, (El Niño – La Niña) dimostrano infatti d’avere un impatto diretto sulla circolazione dell’America Latina e degli Stati Uniti, più difficile stabilirne la relazione col clima del vecchio continente.

Proveremo a rispondere a questa domanda nell’approfondimento in uscita i prossimi giorni su Meteolive.it

Autore : William Demasi