00:00 13 Aprile 2005

“SIGNS”: quei cerchi nel grano e la voglia di estremo dell’uomo

Misteri ed eventi estremi: l'uomo è alla ricerca perenne di emozioni. Quando il meteo non basta più si tira in ballo l'esoterico o lo spettro degli extraterrestri.

Un violento temporale, una forte grandinata, un tornado, una bufera di vento o una mareggiata: ecco i fenomeni atmosferici che catturano maggiormente l’opionione pubblica e soprattutto il mondo degli appassionati di meteorologia. Se il tempo offrisse solo giornate soleggiate o deboli piogge, i centri meteo potrebbe tranquillamente chiudere i battenti e sarebbero ben poche le persone interessate ad una scienza di per sè già ostica.

L’uomo infatti vuole essere protagonista della sua esistenza terrena ed è alla disperata ricerca di emozioni: dalle montagne russe, alla guida spericolata, al wind-surd con il mare in burrasca, all’arrampicata a mani nude, alla seduta spiritica.

Spesso però tutto questo non basta ancora, ci vuole un evento estremo su vasta scala che la natura non sempre sa offrire; per questo bisogna chiedere aiuto allo spazio e si scomodano i soliti extraterrestri: mostriciattoli verdastri con una testa stile Similaun, magrissimi, con mani simili ad artigli; ed è qui che vuole approdare il regista di “SIGNS”, nel quale gli strani segni disegnati sul grano, peraltro già noti, sono codici utili all’atterraggio degli invasori del Pianeta.

Ritroviamo allora un Mel Gibson buon padre di famiglia e vedovo, come già nel Patriota, ex sacerdote, alle prese con un grano che fa paura. Sembra di rivivere a tratti l’ottimo film horror tratto dal romanzo di King, “i ragazzi del grano”. Anche qui la figlioletta ha il dono della preveggenza ma non rivela i suoi orribili sogni, forse perchè nessuno le domanda nulla e probabilmente si svelerebbe in anticipo il finale.

In un crescendo di tensione che ti tiene inchiodato alla poltrona, (sia pure tra dialoghi non sempre indovinati, metri di pellicola sprecati in scene non esaltanti, personaggi adulti poco espressivi e una fotografia eccessivamente buia) l’invasione degli “ultracorpi” è inframezzata dal racconto degli eventi che mettono a fuoco la vita della famigliola: dalla moglie morta in un incidente, al fratello di Gibson campione di baseball mancato, al figlioletto asmatico che nutre del risentimento verso il padre che ha perso la fede dopo la morte della mamma.

Ed è proprio il ragazzino a salire in cattedra con un’interpretazione matura che dà un certo spessore al film. Pochi gli effetti speciali a sensazione anche se nel finale non ci viene risparmiato il mostriciattolo in bella mostra.

Tutto il film va ad incastro, l’evento estremo funge da panacea di tutti i mali, uniti di fronte alle avversità per ritrovare i legami perduti, sono forse questi i segni che Gibson cercava in tutto il film per riscattare la sua figura di padre e di uomo di fede.
Non tutti i segni…vengono per nuocere.
Autore : Alessio Grosso