00:00 25 Novembre 2002

E se arrivassero i -30°, cosa farebbe il Professor Maracchi?

Nulla, direbbe che si è trattato di un episodio isolato che conferma il rialzo della temperatura su scala europea e la tropicalizzazione del clima italiano.

Giampiero Maracchi, direttore dell’Istituto di biometeorologia del Cnr, intervistato da “Repubblica”, conferma che il clima dell’ area mediterranea si va lentamente tropicalizzando: questo perché la fascia tropicale si sta allargando, spostandosi verso Nord e ciò provoca un cambiamento delle stagioni ed un aumento dei fenomeni estremi come piogge intense e siccità prolungate”. Negli ultimi anni, prosegue l’esperto, “abbiamo assistito ad un anticipo della primavera, dimostrato anche dal fatto che piante come l’ippocastano fioriscono 15-20 giorni prima del solito. Nello stesso tempo, l’autunno slitta più avanti. Succede così che il nespolo, la ginestra ed il lillà in questi giorni, ad esempio, stanno rifiorendo. Inoltre, c’è un forte ritardo nella partenza degli uccelli migratori”.

Insomma il Professor Maracchi torna all’attacco e come sempre indispettisce; intanto dovrebbe chiarire cosa intende per “negli ultimi anni” 10, 20, 100, 200? Se ci riferiamo all’ultimo ventennio, potremmo citare molti casi in cui l’inverno è arrivato precocemente e la primavera con ritardo, certamente ve ne sono altrettanti o forse di più che avvalorano la sua teoria ma sarebbe il caso di evitare l’abuso del termine tropicalizzazione.

Piogge alluvionali si sono verificate anche in passato, si ha notizia di un tornado in Friuli nei primi anni del secolo grazie ad una testimonianza del geologo Ardito Desio, periodi più o meno lunghi di siccità, un aumento o una diminuzione delle piogge non devono necessariamente essere pensati come un trend legato a chissà quale disegno cosmico.
Questa voglia di giudicare, di catalogare una manciata d’anni come il sigillo di una nuova era climatica, proprio non ci piace.

Sarebbe davvero bello che di colpo l’anticiclone russo regalasse a tutto il bacino del Mediterraneo valori di 20 gradi sottozero per tre mesi, che tutti gli uccelli migratori scappassero a settembre, che la vegetazione si spogliasse da ottobre a maggio e che si congelasse la lingua di chi vuol saperla più lunga della natura.

State certi, anche se arrivassero tre annate di gelo memorabile, i serristi saprebbero dirci che si tratta di un evento estremo legato al riscaldamento globale.
E allora? Non resta che rassegnarsi in attesa che il grande nord si svegli davvero e spiazzi gli scienziati e gli alchimisti…
Autore : Alessio Grosso