00:00 31 Gennaio 2002

L’umidità dell’aria

L’atmosfera contiene vapore acqueo, diretta conseguenza dell’evaporazione dell’acqua degli oceani, dei mari, dei laghi, fiumi e non ultimo il contributo dato dalla flora e dalle grandi foreste.

Sul nostro Pianeta, dopotutto, le terre emerse occupano solo il 30% della superficie e il rimanente 70% è ricoperto d’acqua. In atmosfera non troviamo però solo vapore acqueo, che è un gas invisibile perché incolore e trasparente, ma ritroviamo l’acqua allo stato liquido, nelle minuscole goccioline d’acqua nelle nubi, nelle gocce d’acqua più consistenti delle piogge, e ancora allo stato solido quando il vapore acqueo per effetto dei vari fenomeni atmosferici si trasforma in cristalli di neve, ghiaccio, grandine.

La quantità di vapore acqueo in sospensione nell’aria ne determina l’umidità . Quando una massa d’aria calda e umida sale, incontra in quota un ambiente con temperatura più fredda e il vapore acqueo di cui era composta si condensa in microscopiche e innumerevoli goccioline. Questo processo dà luogo alla formazione delle nubi.

Se nella sua salita la massa d’aria incontra strati d’aria più freddi, le innumerevoli goccioline tendono ad unirsi, trasformandosi in gocce vere e proprie, che a causa del loro peso ricadono sulla terra dando luogo alla pioggia.

La neve cade quando le goccioline a contatto con strati dell’atmosfera con temperature intorno allo 0° tendono a solidificarsi .

Le precipitazioni come la pioggia e la neve o sono determinate da situazioni locali oppure dalle grandi perturbazioni che si generano soprattutto sull’Oceano Atlantico, dove le masse d’aria di origine tropicale si incontrano con quelle provenienti dalle zone polari,spinte poi verso l’Italia dai venti occidentali, preponderanti nel nostro emisfero.

La disposizione orografica del terreno determina le precipitazioni locali, dove masse d’aria calda, nel loro moto ascensionale lungo le pareti montagnose, incontrano masse d’aria più fredda e umida. Il conseguente raffreddamento provoca la condensazione e la pioggia lungo lo stesso versante, mentre sull’altro versante, generalmente, le nubi si dissolvono per effetto della discendenza.

L’aria calda può essere sollevata anche da masse d’aria più fredda. Ciò si verifica nei “fronti” i quali producono sistemi nuvolosi di notevole estensione.

Nelle zone più umide delle pianure, durante i giorni freddi d’autunno e in inverno, la condensazione avviene quasi a livello del suolo, dando luogo al fenomeno chiamato nebbia . Quando l’aria raggiunge una certa umidità, indipendentemente dalla stagione, nelle ore che precedono il levar del sole, il vapore acqueo può condensarsi a diretto contatto con il suolo, dando luogo a quelle minuscole goccioline di rugiada, che posatesi in ogni luogo, danno la sensazione che sia caduta da poco una leggera pioggia.

Se poi la condensazione al suolo è seguita da un abbassamento della temperatura ad di sotto dello zero, avremo il piacere o il dispiacere, secondo i gusti, di vedere i campi, gli alberi e tutto ciò che ci circonda, ammantato di brina.

PER APPROFONDIRE
L’umidità assoluta è la quantità di vapore esistente in un metro cubo d’aria.
L’umidità relativa è il rapporto percentuale tra l’umidità assoluta e la quantità di vapore d’acqua presente se si fosse al punto di saturazione.

Una umidità relativa del 100% indica un’aria satura di umidità
La percentuale di umidità ritenuta ideale va da 45 al 65%.
Decisamente umide e molto umide le situazioni oltre il 70%-
Quando l’umidità registra valori al di sotto del 45%, l’aria è invece secca o molto secca.
Autore : Redazione