10:34 11 Dicembre 2023

La farsa del cambiamento climatico…COP 28 ed affini

Ogni anno sempre più persone subiscono le conseguenze dell'inquinamento antropico, ma invece di mettere l'accento su questo, le conferenze sul clima recitano sempre lo stesso mantra: "abbassiamo la febbre del pianeta". L'obiettivo è sbagliato e la gente continua a morire perché nessuno fa niente per migliorare davvero la qualità dell'aria.

In questi giorni che preludono alle vacanze di Natale, come ogni anno in questo periodo, puntuale quasi come un orologio svizzero, si tiene la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, la 28ma sul tema, che riguarda gli effetti devastanti sul clima prodotto dal consumo dei combustibili fossili. 

La storia delle COP inizia nel 1995 con la Conferenza di Berlino e si ripete ogni anno, più o meno nello stesso periodo nelle principali capitali mondiali (Varsavia , Katowice, Copenaghen, Parigi, Lima, per citarne alcune) con il precipuo obiettivo di riunire i leader di tutti i Paesi del mondo per concordare i modi per intensificare l’azione globale al fine di risolvere la crisi climatica.
 
La sede scelta per la COP di quest’anno è Dubai, una realtà che incarna uno dei più grossi paradossi della società odierna, se consideriamo che gli Emirati Arabi non solo sono il settimo produttore al mondo di petrolio e tra i principali esportatori, ma sono anche tra i pochi Paesi che puntano a incrementare notevolmente la propria produzione nel prossimo decennio.

Lo stesso si può dire di gran parte dei Paesi del Golfo Persico, come Kuwait e Qatar, che non hanno proprio previsto obiettivi climatici; Arabia Saudita e Bahrain che hanno posticipato la neutralità climatica al 2060, mentre la strategia iraniana sull’esportazione di greggio rimane appesa alle sanzioni internazionali. 

 
Dubai certamente non sarà la sede in cui sarà risolto il problema sulla crisi climatica, ma probabilmente solo la cornice tropicale sufficientemente calda per avvalorare le tesi sul riscaldamento del pianeta ad opera dell’uomo, senza incorrere nell’imbarazzo della copiosa nevicata che qualche anno fa investì la sede della Conferenza sul clima.

Purtroppo, chi ha organizzato la Conferenza a Dubai non aveva tenuto in conto dell’imprevedibile: proprio nei giorni scorsi, la Germania meridionale e in particolar modo la Baviera sono state sepolte da bufere di neve fino in pianura, tant’è che alcuni jet privati diretti verso lo scalo di Dubai per la conferenza sono rimasti bloccati nell’aeroporto di Monaco di Baviera.

 
Jet privati, diretti alla conferenza sul riscaldamento globale, bloccati nell’aeroporto di Monaco
 
Al di là di questa doverosa premessa sull’assurdità di scegliere Dubai come sede del vertice internazionale sui cambiamenti climatici, rimangono le considerazioni già espresse più volte in questo giornale sull’ennesima farsa che in questi giorni sta nuovamente sollevando un polverone mediatico su un problema mal posto. 
 
Secondo quanto si apprende dalle principali testate giornalistiche e televisive, i rappresentanti degli Stati mondiali presenti alla conferenza stanno cercando un accordo per contenere entro 1,5°C (e non più entro 2°C, come qualche anno fa) l’aumento della temperatura del pianeta, per evitare le pesanti conseguenze che questo riscaldamento starebbe già provocando, come pesanti siccità, alluvioni, fusione dei ghiacci, innalzamento degli oceani e quant’altro possa riservare il variegato repertorio del clima terrestre.
 
Ciò che sta andando in scena nuovamente in questi giorni nei telegiornali e in alcune trasmissioni pseudo-scientifiche è di una banalità così sconcertante, da lasciare senza parole soprattutto chi è abituato a ragionare con la testa propria e non si lascia ingannare da un genere di catastrofismo da quattro soldi che viene fatto passare per verità scientifica.
 
Sia chiaro: lo scopo del nostro giornale non è quello di opporci a chi lotta per un mondo più pulito e meno inquinato, lungi da noi l’idea di contrapporci a chi fa campagne di sensibilizzazione per ridurre le emissioni nocive derivanti dall’attività umana, anzi noi siamo i primi a sperare in un futuro più ecologico e più sano, ma pensiamo che sarebbe molto più utile ed onesto portare avanti la lotta ambientalista in virtù dei danni che un ambiente malsano arreca alla salute umana, piuttosto che legare l’inquinamento all’aumento della temperatura della Terra. Avremmo preferito che il motivo sbandierato della conferenza di Dubai non fosse stato quello di contenere l’aumento della temperatura del pianeta entro i 1,5°C, ma solo di ridurre i gravi rischi che corre l’uomo in ragione dell’esposizione alle varie fonti inquinanti.
 
Ciò che non ci convince è la correlazione di causa ed effetto che porta alcuni scienziati a concludere che ad ogni dato aumento nella concentrazione di anidride carbonica in atmosfera corrisponde un preciso aumento della temperatura media del pianeta.
 
Vorremmo sapere: come si fa a prevedere l’andamento del clima da qui a fine secolo, se ancora oggi a fatica riusciamo a prevedere il tempo da qui a una settimana e, sovente, capita di fallire sulle previsioni a 3 giorni? Se tuttora non si conoscono tutte le relazioni di causa ed effetto che influenzano il clima, né tutti i fattori che lo condizionano e tanto meno il peso che questi hanno nel modificare un sistema non lineare come quello climatico, l’idea che possa esistere una ricetta per far sì che l’uomo possa decidere di far aumentare di 1,5°C o di 2°C la temperatura media del pianeta è sconcertante!

Così come pare assurdo attribuire le recenti ondate di gelo in Europa centrale al cambiamento climatico. “Tutto dipende dal riscaldamento globale” diceva un noto ricercatore alla Tv di Stato, “il polo si riscalda, il vortice polare si scompatta” (come se non lo avesse mai fatto in concomitanza di colate d’aria artica verso le basse latitudini!) “ e riversa tutto il suo freddo verso Sud: quindi anche il gelo è una conseguenza del caldo”.

Comunque la giri è sempre colpa del global warming, come la favola del lupo e l’agnello: "ma io non ho mai bevuto la tua acqua" dice l’agnello. "beh se non l’hai fatto tu l’avrà fatto qualche tuo parente" risponde il lupo…  

 
Tornando ai temi della Cop28: ha un senso divulgare falsità gratuite sulle morti che provocherebbe il clima alterato dall’intervento umano, il tutto condito da immagini di territori inondati dalle alluvioni o devastati dalle siccità? 
 
A queste affermazioni noi obiettiamo: della gente che si ammala e muore ogni giorno a causa dell’inquinamento non vogliamo parlare?
Ai residenti del quartiere Tamburi di Taranto, o della famigerata "terra dei fuochi" in Campania, agli abitanti di tutta la valle padana (il posto più insalubre d’Europa), o di altre aree a forte rischio di contaminazione ambientale ed agro-alimentare (chissà quanti ce ne sono), cosa volete che interessi sapere se le emissioni inquinanti produrranno in futuro una ipotetica e mai provata alterazione del clima, se già oggi vivono la realtà (questa sì provata) dei tumori e delle morti a causa dell’uso scellerato che l’uomo fa del territorio e dell’ambiente? 
 
E allora, perché la battaglia ambientalista si basa sempre su slogan senza senso del tipo "fermiamo la febbre del pianeta", o "blocchiamo il riscaldamento globale" e quasi mai su frasi più serie e reali del tipo "riduciamo le morti di tumore"? 
 
Sono queste ed altre considerazioni che portano ad affermare che queste conferenze sui cambiamenti climatici e le conclusioni catastrofiche che derivano sul clima del futuro offendono l’intelligenza di chi non si limita ad accettare qualunque cosa venga propinata come verità scientifica, ma vuole ragionare con la propria testa. 
 
Allora, riflettiamo: quali sono le evidenze che ci portano ad avere dei dubbi sulla concreta influenza dell’uomo sul clima? Di seguito ne citiamo giusto alcune.
 
La prima: studi di Paleoclimatologia indicano che la Terra ha vissuto periodi più freddi e più caldi del periodo attuale, a tal punto che ha perso per 4 volte le calotte glaciali e poi le ha riformate e l’uomo non c’era! Ora, probabilmente sta perdendo i ghiacci per la quinta volta e adesso, per caso, l’uomo c’è.
 Ricostruzione dell’andamento della temperatura media della Terra negli ultimi 70 milioni di anni (fonte Focus)
 
La seconda: studi di Paleoclimatologia evidenziano che in passato un aumento di temperatura ha sempre preceduto e mai seguito un aumento di concentrazione di anidride carbonica (in pratica, la relazione di causa ed effetto sarebbe esattamente invertita).
 
La terza: i satelliti hanno registrato negli ultimi anni un aumento della temperatura in tutti i pianeti del sistema solare, non solo sulla Terra (anche lì l’uomo non c’è, in compenso c’è il Sole che con la sua attività sembra esercitare un’influenza molto maggiore).
 
La quarta: tutte le previsioni del passato che presagivano già per il nostro presente scenari caratterizzati da un incremento del livello medio dei mari, della progressiva desertificazione della Sicilia, della Puglia e della Sardegna (!!!) e dalla progressiva scomparsa della neve al di sotto dei 1500 m sono state puntualmente disattese.
 
La quinta: ogni anno in Estate si battono nuovi record di caldo e nelle prossime se ne batteranno altri, considerando l’uso scellerato del territorio da parte dell’uomo che, con le isole di calore urbane, ha pesantemente alterato il microclima di vaste aree del pianeta, che si arroventano ad ogni minima incursione dell’anticiclone africano
 
La sesta: l’incremento termico apparente (perché riferito ad effetti microclimatici) continuerà anche in futuro senza sosta, se i siti di misurazione dei parametri atmosferici continueranno a subire la continua opera di urbanizzazione, per cui, in sempre più casi, le stazioni meteorologiche che una volta erano in aperta campagna, ora rilevano temperature urbane, che possono essere fino a 5 – 6°C superiori di quelle contemporaneamente presenti in area rurale. 
 
In una recente intervista del 2022, lo scienziato Antonino Zichichi afferma: «È bene precisare che cambiamento climatico e inquinamento sono due cose completamente diverse. Legarli vuol dire rimandare la soluzione. E infatti l’inquinamento si può combattere subito senza problemi, proibendo di immettere veleni nell’aria. Il riscaldamento globale è tutt’ altra cosa, in quanto dipende dal motore meteorologico dominato dalla potenza del Sole. Le attività umane incidono al livello del 5%: il 95% dipende da fenomeni naturali legati al Sole. Attribuire alle attività umane il surriscaldamento globale è senza fondamento scientifico. Non c’è la Matematica che permette di fare una previsione del genere. Infatti quella cosa cui diamo il nome di Clima ha 72 componenti, ciascuna delle quali è un’Emergenza Planetaria. La memoria ci deve aiutare a non ripetere gli errori del passato».
 
“Il vero scienziato”, citando ancora Antonino Zichichi, “non ha l’arroganza di chi crede di sapere tutto, ma è umile a tal punto di accettare che ha ancora tanto da studiare e da scoprire prima di poter giungere ad una verità scientifica”, perché quella di cui è in possesso è sempre parziale, frammentaria e caduca. Inoltre è dotato della virtù dell’onestà intellettuale, che consiste nel non alterare i dati, né manipolare i risultati dei suoi studi.
 
Oggi una parte del mondo scientifico ignora nei fatti gli insegnamenti e le linee guida dei grandi uomini della Scienza e la televisione si rende complice di una subdola e premeditata manipolazione planetaria delle pubbliche coscienze.
 
AUTORE: Prof. Pier Paolo Talamo (dottore di ricerca in Meteorologia e docente di scienze della navigazione aerea presso l’Istituto Tecnico Nautico e Aeronautico “Carnaro”)                                        

 

Autore : Prof. Pier Paolo Talamo