00:00 19 Gennaio 2009

Quante chances ha l’Europa di vivere un periodo MOLTO FREDDO in febbraio?

Una delicata serie di passaggi stanno sempre più prendendo forma a partire dalle alte quote della stratosfera e tenderanno a propagarsi verso il basso. Come potrebbe arrivare il grande freddo? Cerchiamo di capirlo con parole semplici.

Occhi puntati nell’alto dei cieli. Senza alcuna presunzione di andare a disturbare l’Altissimo, la nostra analisi parte sì dalle alte quote, ma quelle della stratosfera. Come anticipato i giorni scorsi quanto sta per avvenire lassù è qualcosa di veramente grandioso, un fenomeno che, per quanto ormai studiato e conosciuto, presenta ancora molti lati oscuri.

Le carte sono ormai convinte. Nel corso dei prossimi giorni si realizzerà un’imponente riscaldamento di quella fetta di atmosfera ad opera di flussi di calore in risalita dalle basse quote e iniettati a mezzo di una struttura anticiclonica a doppia azione che stringerà il vortice polare stratosferico in una morsa a tenaglia.

Questo riscaldamento, giunto a destinazione, pare non si rifrangerà semplicemente oltre la tropopausa ma avrà la possibilità di iniziare a riflettersi verso il basso e tornare verso la troposfera, pronto a gettare scompiglio nella circolazione atmosferica dei bassi strati.

A questo punto però le carte smettono di darci certezze e da qui nascono i dubbi sul prosieguo dell’evento. In sostanza questo riscaldamento provocherà una forte deformazione del vortice polare il quale assumerà dapprima una forma ellissoidale con due onde depressionarie opposte proiettate l’una verso il nord America, l’altra verso la Siberia. E fin qui si tratta di carte. Ora partiamo con le ipotesi.

Se il cordone ombelicale che unisce le due onde opposte si rompesse (così suggeriscono alcune proiezioni) il vortice polare verrebbe rimpiazzato da un potente anticiclone dinamico stratosferico, mentre i due lobi depressionari inizierebbero a scorrere in moto retrogrado (da est verso ovest). Quello siberiano sarebbe pertanto in grado di raggiungere l’Europa con gli effetti gelidi facilmente immaginabili ma per ora probabili per non più del 30-40%.

Per il momento ci fermiamo, poichè ulteriori congetture perderebbero rapidamente credibilità, proprio a causa di quei lati oscuri che evoluzioni come queste ancora ci presentano. Non ci resta dunque che attendere che la situazione maturi. Solo allora potremo davvero parlare con cognizione di causa di quel grande freddo che potrebbe arrivare nella prima decade di febbraio.
Autore : Luca Angelini