00:00 31 Dicembre 2013

Soglia di precondizionamento del NAM; di cosa si tratta?

Un tuffo nelle dinamiche caratteristiche della stratosfera; parliamo oggi di NAM, di ciò che gli ruota attorno e delle sue fasi di precondizionamento.

Come sovente accade durante il periodo invernale, soprattutto nelle fasi atmosferiche poco interessanti, la fitta schiera di appassionati d’inverno si soffermano sempre più spesso su quelli che sono gli avvenimenti della sovrastante stratosfera. Un grande tripudio di indici, dati numerici e carte del tempo, una grande confusione di informazioni che hanno come scopo, portare maggiore chiarezza su quello che potrebbe essere il comportamento futuro della circolazione in troposfera.

Cosa sono stratosfera e troposfera?

Questi due strati rappresentano i primi due involucri d’aria che avvolgono l’atmosfera terrestre, essi sono separati dalla presenza di una zona chiamata "tropopausa". Questo piano delimita il termine della troposfera (dove la temperatura scende con la quota) e l’inizio della stratosfera (laddove la temperatura cresce con l’altitudine).

Evento ESE di tipo "cold" avvenuto tra la fine di novembre e l’inizio di dicembre: superata la soglia del NAM di +1.5.

Cosa significano questi valori?

Gli studiosi delle dinamiche stratosferiche definiscono come "ESE" dall’inglese Extreme Stratospheric Event, processi di intenso surriscaldamento o raffreddamento della colonna d’aria stratosferica, in grado di portare effetti anche nella sottostante troposfera.

Si usa definire un ESE di tipo cold (stratcooling) quando abbiamo a che fare con un forte raffreddamento della stratosfera, un ESE di tipo warm (stratwarming) quando abbiamo a che fare con repentini surriscaldamenti stratosferici.

In quale modo questi due eventi "plasmano" la circolazione di masse d’aria nella troposfera?

Al fine di meglio immaginare quale sia la struttura intima del Vortice Polare, vi riportiamo l’esempio di tanti piatti, ciascuno impilato l’uno sopra l’altro sino a formare una struttura discoidale concentrica, molto spessa e ben rappresentata a tutte le quote.

La struttura del Vortice Polare parte quindi dai bassi strati della troposfera, mantenendo la propria struttura sino ai piani più alti della stratosfera, raggiungendo così un ragguardevole spessore. Si tratta quindi di un vortice ben rappresentato a tutte le quote, che si estende dagli strati prossimi al suolo sino a diverse decine di chilometri sulla verticale delle regioni polari.

Talvolta questi "piatti" risultano correttamente impilati uno sopra l’altro sino a creare una struttura regolare. In questo caso abbiamo una corretta rispondenza tra il VP in stratosfera ed il VP in troposfera. Altre volte delle porzioni di piatti risultano disassati rispetto al proprio vertice centrale, creando così una struttura irregolare e dall’equilibrio assai più precario. Con questo esempio intendiamo ricordarvi che non sempre esiste un perfetto dialogo tra stratosfera e troposfera. Talvolta le relative dinamiche delle due fasce atmosferiche possono muoversi per conto loro.

Soglia del NAM: di cosa di tratta?

Quando parliamo di NAM dall’inglese North Annular Mode, ci riferiamo alla forza del Vortice Polare alle quote stratosferiche, un parametro che in opportune condizioni può rappresentare una forzante nei confronti della circolazione presente ai livelli sottostanti in troposfera.

Il superamento della soglia del NAM è stata convenzionalmente posta al valore di +1.5. Il suo superamento si verifica in conseguenza di un ESE di tipo cold, il quale, raffreddando fortemente il VPS, determina un forte incremento delle velocità zonali. Tale condizione determina quello che tra studiosi ed appassionati viene definito come "soglia di precondizionamento del NAM".

In quale modo il NAM oltre la soglia di +1.5, influenza la troposfera?

In determinate condizioni, il forte raffreddamento stratosferico può trasmettersi alla fascia sottostante troposferica, determinando un rinforzo del Vortice Polare anche nella colonna d’aria a più diretto contatto con la superficie terrestre. Un raffreddamento del Vortice Polare in troposfera, determina anche in questo caso un rinforzo del getto polare che "racchiude" le masse d’aria artiche alle alte latitudini, rendendo così più difficoltoso l’esordio di dinamiche invernali sulla fascia delle medie latitudini.

Questa fase atmosferica viene definita col termine "precondizionamento del NAM".

A livello statistico essa tende ad esplicare la propria influenza in troposfera per un periodo che va dai 40 ai 60 giorni, superati i quali si interrompono con gradualità gli effetti dell’ESE cold in troposfera, avviando solitamente un periodo caratterizzato da maggiori scambi meridiani.
 

Autore : William Demasi