00:00 23 Gennaio 2017

L’eccezionale inverno nevoso del 1950-51

Attraverso il libro "il flagello bianco nel Ticino" ripercorriamo quel periodo.

Un libro assolutamente imperdibile per gli appassionati di neve ma anche per gli addetti ai lavori. Trattasi di una ristampa delle cronache del nevosissimo inverno 1950-1951 in Canton Ticino.

La prima edizione del libro: "il flagello bianco nel Ticino" è del 53. 50 anni dopo è uscita la ristampa in versione praticamente integrale. Caddero metri e metri di neve da novembre a febbraio che provocarono il distacco di valanghe disastrose, l’isolamento di molti paesi delle valli ticinesi, vittime, disperazione.

Le muraglie di neve non scomparvero nemmeno durante l’estate e al San Gottardo alcune erano ancora alte circa 12 m a metà luglio. La neve del 50-51 rimase al suolo sino alla primavera del 52; le nevicate del 51-52 si sciolsero molto prima degli ammassi nevosi di quella del 50-51.

Riportiamo alcuni passi significativi del libro redatto da Don Fiorentino Galliciotti e edito da Salvioni. In Italia è ancora reperibile alle librerie Hoepli. Il libro contiene moltissime fotografie dell’epoca che vi lasceranno assolutamente stupefatti e sconcertati tale è la quantità di neve che vi è stata immortalata.

"E’ opinione generale che un inverno così lungo, tanto pesante ed esteso nello spazio come quello del 50-51 non si trovi nella storia del Ticino. Basti dire che quando si era serrati nelle sue spire, senza alcuna possibilità di fuga ed evacuazione, le esclamazioni più popolari, più comuni ed espressive suonavano così: "cose dell’altro mondo, che disastro, parrebbe incredibile se non fosse vero!".

"In tutti i paesi dell’alto Ticino sopra i 1000 m, l’inverno cominciò il 5 novembre con una leggera nevicata e culminò in una quantità di disastri, con le nevicate e lo scatenarsi delle valanghe dell’undici e dodici febbraio. Diede l’ultimo saggio il 29 aprile, costringendo la primavera che timidamente osava qua e là far capolino, a ritirare i suoi tepori e a subire il brivido di un’ennesima nevicata.

Nevicata capricciosa che, se nei paesi di 1000 m fu di soli 25 cm, in quelli di 1300 come Fusio, in alta Valle Maggia, fu di un metro e in quelli di Bosco Gurin di 1,20 e all’Acqua di 1,70 cm.

Si ponga mente che la presenza dei resti ghiacciati sotto una coltre nera, avanzi di certe valanghe, osò sfidare la neve del 52, così che scomparve prima questa che quella. Naturalmente tutto questo perdurare delle nevi fu dovuto al tempo eccessivamente freddo che ritardò l’alpeggiatura di oltre un mese e che in maggio, agosto e novembre causò disastri alluvionali gravissimi.

L’annata fu davvero di scarsi raccolti." Vi proponiamo un significativo estratto sull’altezza della neve a Fusio e Bosco Gurin in Valle Maggia, locarnese.

FUSIO: novembre 50 205 cm
dicembre 50 182 cm
gennaio 51 245 cm
febbraio 51 354 cm
Totale 986 cm quasi 10 metri di neve

BOSCO GURIN
novembre 50 199 cm
dicembre 50 185 cm
gennaio 51 244 cm
febbraio 51 352 cm
Totale 980 cm quasi 10 metri di neve.

Riportiamo solo poche righe delle numerosissime e commoventi testimonianze riportate: Val Verzasca: Frasco "…Le ore della notte non passavano più: di fuori era un continuo fragore di nuove slavine ma nessun lamento venne al nostro orecchio dalle case vicine. All’alba uscii fuori a contemplare il terribile disastro…" Ecco il commento dell’autore: "nel grido di questo scampato c’è la voce dei morti e della sepolta viva Ida Badasci che non s’odono più: quel grido che lacera l’anima; c’è la voce del marito Gualtiero che, impotente e stordito, se ne va ramingo per quella massa bianca, fredda come la morte."

Sempre da Frasco: "E’ il giorno della Madonna di Lourdes, l’11 febbraio, la neve arriva sino al ginocchio, scendo solo per la Santa Messa. Nel pomeriggio smette di nevicare a arriva come un temporale estivo. Di colpo si staccano molte slavine, alle 21 arriverà la valanga più tragica".

Ecco un commento che impressionerà chi si occupa di studiare i cambiamenti climatici, arriva dalla Val Leventina, alto Ticino: "3 novembre: è cominciato a nevicare quando nessuno se l’aspettava, TROPPO CI SI ERA ABITUATI AGLI INVERNI MITI e le GRANDI NEVICATE ERANO SOLO NELLA MEMORIA DEI VECCHI o in una sobria nota dei libri dei vicini: 1596, la neve è alta tre metri e ottanta. E diciamolo pure subito: 4 metri di neve impressionano gli stessi abitanti della montagna, figuriamoci gli altri…" Lettura assolutamente consigliata.

Autore : Alessio Grosso