00:00 21 Ottobre 2015

Il bigino della NEVE! Imperdibile!

La più amata od odiata dagli Italiani, la neve ha una vita travagliata e lo svezzamento dalla nube madre spesso significa la suascomparsa o la mesta trasformazione in semplice goccia di pioggia.

Non c’è una via di mezzo: o la si ama o la si odia, di sicuro non lascia indifferenti e questo la dice davvero lunga su cosa rappresenti la neve in Italia. 

Croce e delizia di appassionati e meteorologi professionisti, al sopraggiungere della stagione invernale la genesi della neve assorbe le maggiori risorse in termini di cuore per i primi e di impegno per i secondi. Artefice del miracoloso passaggio dal comune grigiore allo sfavillante candore è la temperatura dell’aria. Il valore magico è quello degli zero gradi.

Fintanto che la temperatura rimane pari o sotto zero per tutto il percorso di caduta, il nostro cristallo di neve rimarrà intatto e svolazzerà allegramente nell’aria fino a depositarsi candidamente al suolo.

Qualora invece l’aria presenti diverse stratificazioni (spesso in questo caso ci troviamo dinnanzi a nevicate da "cuscino" o da "addolcimento") e con temperature anche solo a tratti prossime o sopra allo zero, tutto cambia e iniziano le complicazioni: neve si o neve no? Anche i microclimi locali manipolano la nostra neve e spesso si hanno fenomeni molto diversi in zone ristrette.

Anzitutto la dimensione: perchè a volte scendono dal cielo piccoli cristalli e altre grandi fiocchi? Dipende dalle caratteristiche della massa d’aria che viene attraversata dalla precipitazione in caduta. Se ci troviamo in presenza di aria fredda e asciutta di origine continentale (fase iniziale dell’episodio da cuscino) avremo i cristalli, se subentra aria più umida e mite (ma pur sempre sotto zero) negli strati intermedi subentreranno i fiocchi (fase avanzata della nevicata da cuscino).

Passiamo ora ad analizzare il profilo verticale dell’aria per avere ulteriori informazioni.

Elemento di cruciale importanza è lo zero termico (ovvero la quota alla quale la temperatura misura zero gradi). Una volta in possesso di questo fondamentale parametro ecco un semplicissimo metodo empirico per capire se sulla nostra città arriverà pioggia o neve:

1) Lo zero termico si trova oltre 1000m di altezza dal suolo: il nostro fiocco attraverserà 700-800m di aria sopra lo zero dopodichè fonderà giungendo al suolo come PIOGGIA.
2) Lo zero termico si trova 1000m sopra al suolo e negli strati sottostanti la temperatura non supera +0,5°, +1°: arriverà la NEVE

3) Lo zero termico si trova 1000m sopra al suolo, nei 700m sotto la temperatura raggiunge al massimo +1° e nei rimanenti 300m nuovamente pari o sotto lo zero: avremo NEVE.

4)
Lo zero termico si trova 700m sopra al suolo e negli strati sottostanti la temperatura non supera il valore di +1°, +2°( in aria asciutta): al suolo arriverà la NEVE.

5)
Lo zero termico si trova 700m sopra al suolo e la temperatura negli strati sottostanti raggiunge i +3°, +4 (in aria umida): al suolo avremo PIOGGIA.

6)
Lo zero termico si trova 1200m sopra al suolo e in prossimità dello stesso un’inversione mantiene temperature negative: nei sottostanti 700-800m la neve fonde e, attraversando gli ultimi 400-500m in ambiente sotto zero, giungerà a terra come PIOGGIA. In questo caso si avrà probabilmente il fenomeno del gelicidio, ovvero della pioggia gelata.

In realtà potremmo raffinare tutto il procedimento calcolando la temperatura di bulbo bagnato lungo tutta la colonna d’aria tramite il radiosondaggio della località più vicina.
Basti sapere che più l’aria è fredda e asciutta, più la "wet bulb" è bassa. Attenzione: è proprio questa la temperatura che ci indica se cadrà neve (valori di wet bulb al suolo e sopra non superiori a +1.0°C), o pioggia (valori superiori a +1.0°C).

Come si può ben vedere i casi sono tanti; non ci rimane che attendere i prossimi eventi e testare nella pratica il nostro schema teorico, sempre che l’inverno mostri finalmente un cuore generoso… Buon divertimento.

Autore : Redazione MeteoLive.it