00:00 21 Settembre 2005

L’uragano RITA all’assalto del Golfo del Messico

Salito ormai al grado 4 della scala Simpson, l'uragano si avvia ad abbordare gli Stati Uniti sudorientali con una traiettoria simile a Katrina ma toccando terra probabilmente più ad ovest di New Orleans.

Cresce la preoccupazione per l’uragano Rita nei Paesi che si affacciano sul Golfo del Messico. Il ciclone, dopo aver già raggiunto il livello di potenza 4 (Katrina raggiunse 5, il massimo) si trova attualmente sul tratto di mare compreso tra la Florida e Cuba, spostandosi molto lentamente verso ovest-nordovest.

Venti superiori a 150 km/h e piogge torrenziali si sono registrati sui settori meridionali della Florida e su quelli nordoccidentali di Cuba, incluse le zone delle 2 capitali, Miami e L’Avana ma al momento i disagi provocati dalla tempesta in queste aree non hanno determinato situazioni critiche. Si stima che intorno all’occhio del ciclone i venti raggiungano anche i 250 km/h!

Intanto le città costiere della Louisiana e del Texas sono in stato d’evacuazione; sembra infatti che il ciclone toccherà terra su quei litorali dopo aver acquisito ulteriori energie passando sulle acque calde del Golfo del Messico.

Inevitabili le misure precauzionali adottate anche a New Orleans dove il passaggio di un nuovo forte uragano (evento possibile al 55%) potrebbe definitivamente spazzare via quanto resta della città. Al momento però la zona dove il ciclone potrebbe colpire più duramente sembra essere leggermente più ad ovest, nel tratto compreso tra Port Arthur, Houston e Corpus Christi.

Evacuate anche le piattaforme petrolifere del Golfo, misura questa che ha contribuito all’ulteriore impennata del prezzo del greggio, ormai oltre i 67$ al barile.

Come hanno origine questi uragani e perché diventano così potenti?
Spesso traggono origine da molto lontano e più precisamente dall’Africa equatoriale, sotto forma di intensi nuclei temporaleschi. Gli alisei poi li trasportano parallelamente all’equatore sino alle coste dei Carabi, dove solitamente prendono 2 strade: o la via nordorientale, sfiorando la costa est americana per poi dirigersi verso Canada, Groenlandia ed Europa ma ormai come semplici tempeste tropicali o perturbazioni; oppure investono alcune delle isole caraibiche, si incuneano nel Golfo del Messico e si abbattono sugli stati americani di sud-est.

La grande energia che dissipano sottoforma di vento e precipitazioni nasce chiaramente dal passaggio su mari la cui temperatura superficiale supera i 28-30°C e dalla lenta rotazione attorno all’occhio, ben visibile nelle immagini da satellite. Un elemento che può determinare un repentino raggiungimento dello stadio massimo è la presenza delle cosiddette “hot towers”, giganteschi cumulonembi spessi anche più di 12 km che aspirano quantità di vapore e aria calda inimmaginabili accrescendo ulteriormente la loro potenza.

Perché è così difficile prevederne gli spostamenti?
La scarsa velocità di movimento (in genere meno di 15-20 m/s) e il grande potere aspirante delle masse d’aria davanti al suo tragitto li rendono sistemi complessi quasi del tutto avulsi ai meccanismi della circolazione generale, a volte persino noncuranti della presenza di alte o basse pressioni. Tendono a mantenere la direttrice generale impressa dagli alisei (da est verso ovest) ma spesso cambiano rotta in base a fattori tuttora oggetto di studi accurati.
Autore : Simone Maio