00:00 25 Gennaio 2008

RAI: paghiamo un canone? Allora perchè non possiamo scegliere cosa vedere? Cominciate a ridarci l’almanacco del giorno dopo

Servizio pubblico radiotelevisivo sempre più allo sbando.

Una volta alle 17 c’era la Tv dei ragazzi, c’era anche il Dirigibile con Maria Giovanna Elmi e una bella serie di cartoni animati tra cui i famosi Heidi, Remi, Goldrake. Era quella la Rai degli anni 70, quella che alle 19.45 ti regalava davvero uno spazio culturale interessante con l’educativa rubrica dell’Almanacco del giorno dopo, che ti raccontava rapidamente la biografia di un personaggio nato il giorno successivo o descriveva un fatto storico avvenuto in quella precisa fase dell’anno. Seguiva poi l’angolo scientifico, spesso affidato a Danilo Mainardi, quello della lingua italiana con protagonista il compianto Cesare Marchi e per finire quello eno-gastronomico. Tutto racchiuso in pochi gradevoli minuti.

Alle 19.51 partiva la famosa rubrica “che tempo fa” con Bernacca o Baroni e poi arrivava il telegiornale. Alle 20.40 cominciava la prima serata, ma cominciava davvero. Oggi la prima serata è diventata seconda serata e 45 minuti se ne vanno in giochi stupidi, fra l’altro sempre accompagnati dal dubbio di truffe, comprati in America con il solo scopo di fare audience tra il popolino; infine, mentre sei già assopito sul divano per frustrazione, comincia la programmazione della sera, che spesso ripropone altri giochi.

E’ solo il colpo di grazia dopo ore di programmazione totalmente ignobili: si comincia con la vita in diretta di Michele Cucuzza, la televisione del dolore e del Gossip che passa dalla casa sfarzosa della Marzotto al dramma di un signore che deve perdere 200kg e a quello del pensionato rapinato in casa. Poi, come se non bastasse, ecco altri giochi: prima c’era Amadeus con la sua “scossa” ora c’è Carlo Conti ma la sostanza non cambia.

E per di più è arrivato anche Fiorello ma è arrivato in tutti i sensi: mentre prima quando faceva gavetta aveva un repertorio strepitoso, ora improvvisa con Baldini a ruota libera e qualsiasi cosa gli venga in mente la dice, con il risultato di far ridere sempre meno e di abbassare il livello sempre di più. Del resto me lo diceva sempre il mio professore di matematica al liceo: “Grosso, quando ti sei fatto il nome, puoi anche permetterti di non studiare più”.
Non fraintendetemi, anche a me piace ridere e non c’è nulla di male nel mandare di tanto in tanto in onda uno spettacolo comico in Rai, purchè sia pregno di contenuti, che in realtà ormai mancano sempre di più.

Allora mi chiedo: Sarkozy ha deciso di eliminare la pubblicità dalla Tv di Stato francese, io non pretendo tanto ma almeno ridateci la tv dei ragazzi, quella che insegnava anche agli adulti, geo e geo su Rai 3 non basta, i documentari sugli animali non servono a nulla se poi non sappiamo quali sono le stelle o i pianeti che possiamo osservare ogni sera sulla volta celeste, se non sappiamo riconoscere se da una nube pioverà o meno, se non sappiamo che la Terra gira intorno al sole, se non conosciamo le regole del codice stradale o chi era Leonardo Da Vinci o chi ha edificato la basilica di San Pietro, dateci insomma un po’ di cultura spiccia ma efficace, presentata in modo divertente. Ci si può divertire anche così in fondo. Dobbiamo pretenderlo finchè pagheremo un canone, almeno…io ancora forse sono tra i pochi fessi che lo paga.

E penso non sia chiedere troppo la possibilità di poter riavere uno spazio serio per le previsioni e l’analisi del tempo prima o dopo il telegiornale; in mezzo a tanta immondizia, almeno un po’ di luce non guasterebbe.
Autore : Alessio Grosso