Sole ancora in sciopero, il Global Warming in cassa integrazione
Non accenna ad alcun sussulto l'attività solare. La produzione di macchie è ai minimi così come il flusso solare. E la stratosfera continua a raffreddarsi.
Dopo oltre 18 mesi dalla data ufficiale nella quale avremmo dovuto assistere al minimo assoluto dell’attività solare ci ritroviamo ancora a discutere su quello che sarà e su quello che sarabbe già dovuto essere.
Telescopi puntati fissi sul Sole. All’osservatorio di Catania il 6 marzo scorso è comparsa una piccola macchia. Gli unici indizi rivelano che si è trattato ancora di un residuo del terribile ciclo 23, il più incisivo da alcuni decenni a questa parte, ormai in comprovata quiescenza. Lo conferma anche l’alito del vento solare molto basso e il flusso solare sempre intorno al valore minimo di
Dal nostro ultimo intervento sull’argomento ben poche novità hanno interessato l’attività lavorativa della nostra Stella. Il Sole è ormai entrato in sciopero perenne e la sua cocciuta svogliatezza sta assumendo significativi connotati anche dal punto di vista statistico. Basti pensare che da qualche giorno è stato abbattuto il muro del ciclo 17. Cosa significa?
Significa semplicemente che abbiamo eguagliato e superato il numero totale di giorni senza macchie solari che apparteneva al ciclo numero 17, risalente al decennio 1933-1944. Altri elementi che propendono per il prosieguo di una situazione decisamente al di fuori dagli schemi previsionali ci pervengono proprio dall’autorevole previsore solare David Hathaway.
Lo scienziato, oltre ad aver ulteriormente allungato i tempi per il raggiungimento del prossimo picco massimo, centrato ora tra gennaio e febbraio del 2013, ha anche ridotto di una unità il numero di macchie che probabilmente puntelleranno la superficie solare nel giorno del suo massimo fulgore, ossia 104.
E intanto anche il nostro Pianeta sta rispondendo di suo. Secondo i dati satellitari la stratosfera è ancora in fase di deciso raffreddamento. Raffreddamento che tende a spizzichi e bocconi a propagarsi verso il basso dando filo da torcere al Global Warming. Anche gli oceani stanno in un certo qual modo reagendo producendo acque un po’ più fredde della norma, soprattutto nell’area spia più sensibile del Pianeta, quella del Pacifico equatoriale, ancora sotto il segno della Nina.
Autore : Luca Angelini