00:00 4 Dicembre 2014

News dal modello americano: confermato l’arrivo dei primi freddi stagionali

Aria più fredda di origine nord-atlantica riuscirà a penetrare sul bacino del Mediterraneo durante la festività dell'Immacolata (lunedì 8) preceduta dal passaggio di un nuovo, veloce sistema perturbato in progressione dall'Italia settentrionale verso le regioni di mezzogiorno. Il primo vagito della nostra stagione invernale, una ritoccata verso il basso delle temperature, un rientro in media della colonnina di mercurio che non dovrebbe più raggiungere i valori di calura avuti le scorse settimane.

La mitezza e le temperature costantemente sopramedia di queste ultime settimane, stanno per essere soppiantate da una circolazione dal sapore decisamente più invernale; il rinforzo del Vortice Polare alle alte latitudini regalerà finalmente una spazzolata di venti nord-occidentali sull’Europa, distribuendo valori termici più invernali verso i paesi che si affacciano al bacino del Mediterraneo. L’anticiclone delle Azzorre in posizione defilata sull’oceano Atlantico sino a lambire le coste della penisola Iberica, permetterà alle masse d’aria più fredda di origine polare-marittima di giungere sino all’Italia, determinando un calo della temperatura anche sensibile rispetto ai valori attuali.

Il ricambio della massa d’aria sarà senz’altro agevolato dalla durata delle giornate che in questo periodo raggiunge il minimo annuale. Avremo quindi a disposizione molte ore di buio e poche ore di luce, nelle quali il sole ormai basso all’orizzonte, scalderà l’atmosfera con molta difficoltà. La presenza frequente della nuvolosità tenderà tuttavia a limitare il calo della temperature su pianure e valli, le inversioni termiche associate al deposito di freddo dalla quota al suolo, dovrà approfittare dei pochi momenti di cielo sereno concessi dall’atmosfera. L’aria fredda irromperà sull’Italia a partire dal giorno dell’Immacolata (lunedì 8 dicembre) ma dovremo aspettare la nottata tra martedì 9 e mercoledì 10 dicembre per vederne concretamente gli effetti al livello del suolo.

Quota neve.

Per la prima volta possiamo spendere due parole sulla quota neve che tenderà a scendere in modo piuttosto sensibile, soprattutto sui versanti direttamente esposti all’azione dell’aria fredda. Sull’Emilia Romagna ed il versante padano dell’Appennino, lunedì 8 i fiocchi potrebbero spingersi localmente sino 300-500 metri, arrivando in taluni casi a sfiorare la pianura. Fiocchi di neve tra 400 e 600 metri sulle Alpi, 800-1000 metri sul versante marittimo dell’Appennino settentrionale, a quote più alte al centro ed al sud.

LUNGO TERMINE.

Il protagonista della scena per questa prima metà dicembrina, potrebbe essere un flusso mediamente nord-occidentale delle correnti che interesserebbe vasti tratti d’Europa. L’Italia potrebbe essere coinvolta dall’azione di alcune masse d’aria fredda provenienti dall’oceano Atlantico settentrionale, in grado di mantenere sempre una certa instabilità atmosferica, viziata da valori termici assai più bassi rispetto a quelli avuti sinora.

Questo tipo di massa d’aria non determinerebbe l’arrivo del gelo, i modesti valori di freddo apportati sarebbero però accompagnati da frequenti manifestazioni di instabilità, con apporti precipitativi mai esagerati ma distribuiti adeguatamente su tutto il nostro territorio. La neve cadrebbe a più riprese su Alpi ed Appennino, spingendosi frequentemente al di sotto dei 1000 metri, soprattutto sulle regioni centro-settentrionali.
 

Autore : William Demasi