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Anticiclone di blocco sul nord Europa: quali conseguenze e quali probabilità di successo

Nella seconda decade di gennaio i modelli rimangono ancora dibattuti sulle reali probabilità di successo di una configurazione invernale che riporterebbe il FREDDO (quello vero) molto vicino a casa nostra.

In primo piano - 7 Gennaio 2018, ore 13.00

Era davvero da molto tempo che i modelli non mettevano in luce nell'ampio ventaglio delle circolazioni atmosferiche invernali, l'esordio di una figura anticiclonica cosiddetta "di blocco", centrata alle latitudini settentrionali d'Europa. Ebbene nei prossimi giorni pare vi possano essere tutte le condizioni affinchè una intrusione di aria calda direttamente prelevata dalla fascia delle medie latitudini dell'oceano Atlantico, possa trovarsi a navigare alle latitudini della Russia settentrionale e della Penisola Scandinava, dirottando verso l'Europa masse d'aria assai fredde di origine artico-continentale.

Il grande ramo della corrente a getto proveniente dall'oceano Atlantico, sarebbe così costretto a diramarsi in due grandi tronconi, il primo diretto al Mediterraneo attraverso la Penisola Iberica, il secondo andrebbe a rinnovare il blocco anticiclonico in sede nord-est europea, favorendo per alcuni settori, una diminuzione importante della temperatura.

I modelli di previsione inquadrano ancora molto male l'effettiva ampiezza del blocco anticiclonico, nonchè l'entità del raffreddamento a cui farebbe seguito.

Essendo questi due punti ancora in fase di valutazione, non possiamo sbilanciarci troppo neppure su quelli che potrebbero essere gli sviluppi conseguenti ad una tale circolazione.

Abbiamo quindi due possibilità:


- nel caso in cui il blocking anticiclonico acquistasse persistenza e risultasse recidivo, sarebbe logico attendersi un graduale, ulteriore raffreddamento delle lande est europee e potrebbero crescere le possibilità affinchè parte di questo freddo possa raggiungere il Mediterraneo.

- se invece la spinta delle correnti instabili atlantiche risultasse troppo accentuato, il blocco verrebbe smantellato ed il tempo sul nostro Paese ma anche su di una buona fetta del nostro continente, continuerebbe a presentare caratteristiche umide ed instabili ma senza temperature eccessivamente fredde. 


Perchè il freddo continentale e le sue interazioni sono così difficili da prevedere?

La grande difficoltà nella lettura di queste masse d'aria, deriva dalla mancanza di un'adeguata copertura di stazioni meteorologiche sul vastissimo territorio russo-siberiano. I modelli sono costretti ad estrapolare queste informazioni ma sino all'ultimo non avranno mai un'idea precisa dell'effettiva quantità di freddo esistente.

Inoltre l'aria artico continentale, densa e pesante, per sua stessa natura tende a depositarsi negli strati prossimi alla superficie, subendo l'interferenza dell'orografia terrestre, anch'essa viene "letta" con molta difficoltà da parte dei modelli e la percentuale di errore cresce notevolmente.

Da un lato la mancanza di dati, dall'altro una lettura erronea della complessa orografia, attenua l'affidabilità della previsione quando vengono messe in gioco queste masse d'aria.

Tenetevi aggiornati su meteolive.it


Autore : William Demasi

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