00:00 1 Luglio 2010

Il temporale di calore cittadino: possibile, a certe condizioni

La città: una calamita per i temporali, non sempre.

Nelle situazioni di pressione livellata o di palude barica, la presenza di aria molto calda ed umida al suolo e di una buona quantità di energia da smaltire, possono essere ingredienti sufficienti per innescare dei temporali cittadini se in alta quota affluisce dell’aria più secca ed anche solo leggermente più fresca.

A favorire la formazione di un temporale "di calore" cittadino è comunque l’umidità e la temperatura presente anche alle medie quote. Se infatti lì la colonna d’aria già a 1200m si presenta secca ma soprattutto più calda rispetto al suolo, allora le aspettative temporalesche andranno deluse.

Immaginiamo comunque che tutte queste condizioni siano soddisfatte: in un regime barico che non vede alcuna corrente predominare sull’altra, i temporali si formeranno dunque in prossimità dei rilievi e, con un po’ di fortuna, anche nell’area surriscaldata delle metropoli, meglio se poste in prossimità dei rilievi, dove le correnti fresche discendenti in arrivo da altre cellule temporalesche, possono aiutare la crescita dei cumuli, che si svilupperanno proprio nelle zone del downtown, per poi espandersi attenuate al resto della città in maniera irregolare.

In aria particolarmente umida e stagnante il temporale potrà giungere anche nel cuore della notte o all’alba come risultato di spifferi freschi in arrivo dalle montagne.

Qualche volta invece capita di osservare che cellule temporalesche in discesa dalle Alpi arrivino in città scariche, proprio perchè l’insolazione intensa ha scaldato e seccato (con l’aiuto del cemento) gli strati d’aria posti tra la città e (in verticale) la media quota, oppure che la vita della cellula temporalesca si esaurisca prima di giungere a destinazione. 
 

Autore : Alessio Grosso