00:00 5 Marzo 2021

NEVE e FREDDO nel marzo 1971: un’invernata storica! Che immagini!

I primi 10 giorni del mese furono caratterizzati da grande freddo e nevicate.

Il salto tra febbraio e marzo in quel lontano 1971 non segnò l’approssimarsi di una primavera imminente ma un deciso passo indietro verso l’inverno più crudo. Lo sfondamento dell’aria gelida parti direttamente dal Circolo Polare Artico e puntò dritto dritto verso il Mediterraneo centrale ponendosi come obiettivo nientemeno che la nostra Sicilia.

Il gelo si impadroni velocemente dell’Europa piombando come una furia anche sullo Stivale, già proiettato mentalmente verso i primi tepori primaverili. Non ci volle molto per capire che il grande nord faceva sul serio: il 1° marzo la colonnina di mercurio alla stazione della funivia di punta Rocca in Marmolada, tra Veneto e Trentino, scese a ben -29°C, mentre al Passo del Pordoi si giunse a -23°C e a quello del Falzarego a -21°C. La neve, dopo una breve spruzzata su Cesena e Rimini, fece la sua copiosa comparsa su Marche, Abruzzo e Molise, comprese le città di Pesaro e Ancona.

L’Umbria inanellò una serie di record termici negativi culminati con i -10° rilevati nei dintorni di Terni mentre, proseguendo verso sud, fu ancora la neve a fare notizia. Imbiancati i trulli nel brindisino, mentre i fiocchi scesero anche a Enna e Caltanissetta imbiancando copiosamente i circostanti rilievi siciliani.

Tra il 2 e il 6 in quel gelido esordio di marzo la colata gelida prosegui imperterrita la sua folle corsa sulla Penisola imbiancando a più riprese anche Pescara, Bari, Foggia e perfino Palermo dove l’ultimo episodio nevoso risaliva a dieci anni prima. Ancora record negativi su tutti i nostri rilievi ma il record del freddo passò dal Trentino all’Abruzzo, dove a Rocca di Mezzo (L’Aquila) il termometro fermò la sua discesa a -23°C.

Un fitto e insidioso nevischio rese impraticabili molte strade di Milano, mentre la coltre bianca ricopri anche Genova e La Spezia. Il persistere del maltempo mise presto in crisi molte città del centro-sud: a Chieti le strade furono ricoperte da 15 centimetri di neve fresca, 20 centimetri toccarono ad Avellino e a Foggia.

Ma è a Roma che si verificò l’evento senz’altro più rilevante. Dopo un primo assaggio avvenuto la sera del 2 marzo, i Romani si addormentarono la sera del 5 senza nemmeno immaginare come avrebbero ritrovato la città al loro risveglio… 

In quel lontano 1971, ed esattamente la sera di venerdi 5 marzo, sui cieli di Roma qualcosa di grande si stava preparando e non tardò a manifestarsi. Dopo un assaggio avvenuto intorno alle 20, ecco che in piena notte una precipitazione fitta e silenziosa iniziò a depositarsi su una città assopita e ovattata.

I piccoli fiocchi si trasformarono rapidamente in larghi fazzoletti bianchi che imbiancarono velocemente la Capitale di un magico e inusuale manto bianco. I pochi automobilisti in circolazione si trovarono subito in difficoltà e qualcuno preferì infilare il proprio mezzo in qualche parcheggio improvvisato raggiungendo poi l’abitazione a piedi passeggiando per una città spettacolare.

Al mattino presto erano 18 i centimetri deposti al suolo ma all’arrivo dei primi raggi di sole la Città Eterna riprese poco a poco il suo consueto aspetto. Il freddo però continuava ad attanagliare il resto della Penisola. Allargando gli orizzonti ecco colline e montagne abbondantemente innevate ovunque.

In Toscana Siena si risvegliò ricoperta da uno spesso e candido manto bianco, mentre la neve fece la sua comparsa perfino all’isola d’Elba con Portoferraio che rivide i coreografici fiocchi dopo 15 anni. Dall’altra parte del mare la Sardegna non fu da meno e la coltre bianca che cadde nell’entroterra per cinque giorni mise in difficoltà alcuni paesi dell’entroterra nuorese, mentre dopo 30 anni anche Cagliari rivisse l’emozione di una fitta nevicata nel mese di marzo.

Da una sponda all’altra del Tirreno la musica non cambia, anche Capri ed Ischia ricevettero la loro razione di neve marzolina. La bianca distesa proseguiva poi nell’entroterra campano con le colline di Napoli, Avellino e Benevento in pole position. Anche la Basilicata ebbe il suo bel da fare in quel pazzo mese di marzo: Potenza fu ammantata da 10 centimetri di neve fresca ma sui valichi appenninici la muraglia gelata superò talora il metro di spessore. Dove non fu la neve fu il gelo a fare notizia.

La notte tra sabato 6 e domenica 7 marzo Torino toccò i -11°C, mentre la Laguna Veneta nel frattempo si ritrovò parzialmente ghiacciata. Freddo record anche nel maceratese con la località di Visso a guidare la classifica del gelo con i suoi -20°C. Le cascate delle Marmore in provincia di Terni ghiacciarono completamente offrendo uno spettacolo rarissimo e incantato lungo 165 metri. 
 

 

 

Autore : Team di MeteoLive, adattamento e completamento di Alessio Grosso