00:00 20 Luglio 2009

Vacanze africane? Aspetti della meteorologia tropicale

Anche l'Africa presenta configurazioni bariche confuse e spesso difficili da interpretare

Nelle regioni equatoriali le masse d’aria non vivono tanti contrasti e rimescolamenti come avviene nelle zone temperate.

Ai tropici non vi sono fronti freddi o caldi ben evidenziati o definiti come si possono avere nelle zone temperate. Il cattivo tempo si sviluppa generalmente lungo linee ben marcate che possono definirsi fronti e solo raramente impulsi freddi raggiungono questi luoghi.

Le poche volte che ciò accade lo fanno dopo aver superato la fascia tropicale interessata dalle alte pressioni.

Inoltre il loro movimento piuttosto lungo tende a modificarne le caratteristiche, vuoi per riscaldamento che l’aria subisce a contatto con il suolo, sia per effetto della subsidenza creatasi nell’ attraversamento della fascia di alta pressione.

Solo la pioggia o la nuvolosità consentono una distinzione approssimativa e, dopotutto, le caratteristiche più significative dei fronti tropicali sono appunto la nuvolosità estesa e la pioggia.

Un’altra caratteristica dei fronti tropicali si riscontra nelle manifestazioni temporalesche talvolta violente con forti raffiche di vento, le cui aree spesso si uniscono interessando vasti territori con forti piogge a carattere di continuità.

Una grande importanza circa la distribuzione delle piogge tropicali è data dall’orografia. Le masse d’aria in movimento cariche di umidità dopo aver compiuto un percorso lunghissimo sui territori pianeggianti incontrano i rilievi montuosi come l’Altopiano etiopico o le catene del Ruwenzori o del Kilimangiaro, scatenando intense precipitazioni.

Grazie all’orografia anche un rilievo modesto può significare una piccola oasi di zona fertile anche se circondata dal vasto deserto.

La fascia equatoriale è in prevalenza interessata da una fascia di basse pressioni che si sposta leggermente in latitudine a seconda delle stagioni. La zona è interessata dagli alisei che convergono sia dall’emisfero sud che da quello posto a nord. Non raramente la fascia di basse pressioni raggiunge latitudini più elevate rispetto alla norma.

Le depressioni e gli anticicloni non hanno contorni ben definiti ed evidenti come nelle regioni temperate; la pressione inoltre è generalmente molto livellata.

Dalla loro configurazione non si può trarre una previsione e si possono avere condizioni di tempo pessimo in una zona anticiclonica o di bel tempo in una zona ciclonica vicina.

Anche per quanto riguarda i venti non vi è una relazione con i sistemi di pressione anche perché l’angolo che il vento forma con le isobare risulta estremamente variabile.

In certe zone la forte escursione che avviene tra le temperature e diurne e quelle notturne solleva, in mattinata, delle correnti termiche che, favorite anche dalla conformazione orografica, determinano la formazione di cumuli.

Questi creano le condizioni favorevoli a temporali e rovesci per lo più di breve durata.

Nelle zone lungo i litorali è più facile che manifestazioni temporalesche abbiano luogo al mattino, mentre al largo, in oceano, dove l’escursione termica è più modesta, temporali di una certa intensità si possono abbattere più facilmente di notte che di giorno. La nebbia è un fenomeno molto raro ai tropici.

Frequenti invece la formazione di nubi basse di primo mattino dovute alla forte umidità, nubi che tendono comunque a dissolversi con una certa rapidità.

In quest’area le previsioni meteorologiche, per quanto riguarda i soli temporali, sono in gran parte basate sui rilevamenti delle temperature.
Autore : Alessio Grosso