00:00 11 Dicembre 2008

Le VALANGHE più frequenti

Stringiamo il raggio della tipologia valanghiva per facilitare il compito del lettore meno esperto.

Alla base di tutto c’è la pendenza del suolo. Un angolo di inclinazione di 24° viene considerato l’angolo limite, a cominciare dal quale possono originarsi valanghe: più erto si fa il pendio e maggiori sono le probabilità di distacco di neve, fino ad una inclinazione di 40-50°, la più pericolosa; le pareti in pendenza ancora più accentuata rappresentano invece un rischio minore, poiché su di essa i fiocchi di neve, non riescono ad accumularsi in grandi spessori, ma scivolano continuamente verso valle in piccole slavine che non producono danni.

Naturalmente il tipo di suolo condiziona in misura considerevole gli effetti dell’inclinazione: un bosco rappresenta un’area di stabilità nel manto nevoso, poichè i tronchi sono un freno naturale allo slittamento, un prato di ciuffi d’erba secca, orientati a valle, é invece uno scivolo naturale su cui la neve fa difficilmente presa.
Un altro fattore da considerare é l’oscillazione della temperatura al di sopra o al di sotto dello zero.

Sostanzialmente si individuano due tipi di valanghe: quelle di superficie e quelle di fondo.

Le prime sono prodotte dallo slittamento di uno strato superiore di neve fresca, caduta nelle precedenti 24 ore, che non ha raggiunto una coesione interna, né ha fatto presa sul fondo: esse calano a valle come nuvole polverose ad una velocità spesso superiore a 100 km/h. Sono le più disastrose perché sviluppano un’energia straordinaria, che spazza via in un attimo anche case e tronchi d’albero.

Terribile il soffio che l’accompagna.
Il minuto pulviscolo che precipita con una pressione pari a 2-3 atmosfere, penetra in quantità nelle vie respiratorie.
Talvolta il vento comprime la neve fresca in superficie, creando una crosta sottile che trattiene intere placche in equilibrio instabile, finché una brusca variazione di temperatura, un debole sovraccarico, o anche solo le onde sacustiche, innescano lo slittamento.

In primavera invece sono frequenti le valanghe di fondo, costituite da tutto lo strato di neve vecchia accumulatosi, che scivola su una parete rocciosa.

Esse sono sollecitate dall’attrazione gravitazionale, quando il disgelo produce un’intercapedine liquida tra la neve e il fondo e si annulla ogni ancoraggio che possa trattenere il peso della neve.
In genere le valanghe hanno percorsi preferenziali che più o meno coincidono con le linee di displuvio e perciò si può prevedere la zona di rischio.

Un paese come la Svizzera, che per 3/4 del suo territorio é interessata al fenomeno delle valanghe, ha da anni messo a punto un sietema di prevenzione, basato principalmente sull’impianto di barriere artificiali, sparse nei versanti più soggetti al fenomeno, per impedire a monte, il distacco degli strati nevosi.
Autore : Report di Alessio Grosso