00:00 18 Marzo 2009

Che cos’é la norma in meteorologia?

Luoghi comuni e considerazioni sul cambiamento climatico

Ma cos’è la norma in meteorologia? O per meglio dire: esiste veramente una norma?
Che cosa sappiamo di questo nostro pianeta, nel quale l’uomo è approdato praticamente come ultimo tassello di un puzzle che si era formato milioni di anni prima?

Tutti parlano di fattore umano che sta cambiando radicalmente l’assetto climatico del sistema, di buco dell’ozono, di eccezionale scioglimento dei ghiacci ecc., ma saremo veramente così potenti da portare in appena cento anni di attività industriale un tale sconvolgimento dei “normali” assetti planetari?

Io credo di no e spiego il mio punto di vista.
Non sappiamo molto del sistema climatico globale, causa inizio degli studi seri da poco più di 30 anni, e ancora meno della scoperta che, dalle carote prelevate dai ghiacciai dei poli si possano verificare le variazioni climatiche che la Terra ha subito in milioni di anni e leggerne forse anche le motivazioni.

Sappiamo per certo che da sempre la Terra ha passato periodi in cui il clima globale era tropicalizzato con molta piovosità ed estensione quindi delle foreste e raggiungimento alle alte latitudini di vegetazione che attualmente si trova in zona temperata, per poi piombare in lunghi periodi glaciali con estensione delle calotte polari ben più a sud delle attuali condizioni.

Sappiamo che anche in periodi interglaciali ci sono stati secoli molto freddi seguiti da altri periodi ben più caldi della norma: per tutti l’esempio classico di Annibale che valica le Alpi in totale assenza di ghiacciai.

E noi vogliamo credere seriamente che l’uomo che si è proposto su questo pianeta nell’ultima parte della sua vita possa aver sconvolto tanto radicalmente il clima?

Chi prevede un riscaldamento progressivo ma inarrestabile con aumento del livello dei mari, chi che il riscaldamento in realtà, portando allo scioglimento dei ghiacciai, provocherebbe la diminuzione di salinità delle acque e quindi interromperebbe, causa mancanza di differenza di salinità tra acque calde e fredde, il movimento del famoso nastro trasportatore, che regola il clima planetario, insieme ad altri fattori non trascurabili quali il sole e le sue macchie, e l’assetto dell’asse terrestre.

Io credo che l’apporto che noi essseri umani abbiamo potuto dare alle variazioni attuali del clima sia minimo e, seppur presente, non rilevante, e che tutto ciò che sta accadendo dal punto di vista climatologico sia inserito in un contesto ben più vasto e sicuramente più incisivo che ancora non riusciamo ad individuare e quindi non ne possiamo conoscere nemmeno gli eventuali sviluppi futuri.

Con questo non voglio dire che ridurre l’emissione di gas nocivi sia sbagliato, tutt’altro, l’uomo deve tutelare il patrimonio naturale che ha tanto scioccamente maltrattato, ma non si atteggi ad un Dio che riesce a condizionare un sistema tanto complesso e vasto da poterlo far collassare in un secolo di mal uso quando esso funziona benissimo da millenni.

E chiudo lanciando un forse assurdo dilemma: e chi ci dice che milioni di anni fa non ci fosse stato un buco dell’ozono pari a quello attuale e che quindi sia quasi del tutto naturale e ciclico un evento simile?
Autore : Costantino Meghini