Un buon metro per cercare di capire le mosse dell'alta pressione africana è l'ormai famoso ITCZ ( InterTropical Convergence Zone). Si tratta della zona di convergenza intertropicale situata mediamente sull'equatore. Qui si ha la convergenza degli Alisei dell'emisfero boreale e la risalita di masse d'aria calda che determinano l'area di instabilità equatoriale, con piogge e temporali.
Questa ipotetica linea, chiamata anche equatore climatico, fluttua a nord e a sud a seconda delle stagioni. In estate, tra luglio e settembre, tende ad estroflettersi verso nord di circa 18°/19° sopra l'equatore, in risposta al maggiore o minore vigore della circolazione monsonica delle latitudini tropicali.
I suoi movimenti determinano anche lo spostamento verso sud o nord delle alte pressioni subtropicali (che si estendono immediatamente a nord e a sud della ITCZ), determinando così un forte influsso anche sul tempo di casa nostra.
Una maggior estroflessione dell'ITCZ verso nord facilita le rimonte dell'alta pressione africana verso il Bacino del Mediterraneo e l'Italia. Di conseguenza, in estate, questo parametro diventa fondamentale per la previsione di una possibile risalita del famigerato "Gobbo".
L'ITCZ non viene monitorato in inverno, ma sale sugli altari della cronaca già a partire dal mese di aprile per i motivi suddetti. La mappa in alto ce lo mostra...così come è disposto in questi ultimi giorni, o meglio come era disposto nella terza decade di aprile. La linea scura rappresenta la sua altezza media, mentre la linea rossa la posizione assunta dal 20 al 30 aprile:
Cosa notiamo? Una linea di convergenza intertropicale ancora bassa, o meglio al di sotto della norma. Ciò significa che il monsone sottostante seguita a spingere poco e non fa lievitare la cella di Hadley verso nord.
Tutto ciò si ripercuote sulla salute dell'alta pressione africana, che per il momento non dovrebbe infierire sul Mediterraneo e l'Italia con sfuriate bollenti fuori stagione; in altre parole, non è ancora il momento del caldo intenso sull'Italia.