00:00 13 Agosto 2003

C’è un’ora per il temporale?

Si può stilare una scaletta di orari più probabili per l’arrivo degli acquazzoni?

I cumuli ed i cumulonembi come sappiamo si formano per il sollevamento di aria calda verso l’alto, quindi se non c’è il giusto contrasto con aria fredda in arrivo o alle quote superiori, non si sviluppano; è comunque essenziale distinguere due tipi di cella temporalesca: quella da instabilità termoconvettiva e quella frontale.

La prima come dice il nome è dovuta alla convezione dell’aria verso le alte quote a causa dell’eccessivo surriscaldamento di uno strato d’aria prossimo al suolo, quindi è chiaramente più probabile nel pomeriggio quando il sole picchia duro; si tratta della nube cumuliforme che provoca quello che è conosciuto come il “temporale estivo”, un acquazzone forte ma molto breve, che dopo pochi minuti lascia nuovamente spazio al sole.

Chiaramente se in quota è presente aria fredda l’azione termoconvettiva può protrarsi in un intervallo più ampio durante il giorno, partendo dalla tarda mattinata e concludendosi a sera inoltrata, perciò conviene tenersi sempre informati su quello che potrebbe accadere sulle nostre teste.

I temporali frontali invece non conoscono orari; i contrasti fra l’aria fredda in arrivo e quella calda preesistente non si fanno mai pregare e si accendono a tutte le ore del giorno e della notte; ecco perché in alcune occasioni passate la nottata in bianco a causa dei tuoni continui o del fastidioso rumore che fa la pioggia scrosciante.

In poche parole se non si conosce almeno a grandi linee la situazione meteorologica in un dato momento, non si potrà nemmeno capire quando, come e perché durante la giornata potrà scoppiare un temporale.
Autore : Lorenzo Catania