00:00 2 Gennaio 2009

SUPER-AMARCORD: il famoso gennaio 86

Continua il nostro viaggio nel tempo del passato: 5^ e 6^ puntata.

5° puntata
Probabilmente i centri di calcolo non avevano ancora previsto la depressione estremamente vigorosa che avrebbe influenzato molto pesantemente il tempo di quasi tutta l’Europa alla fine del mese di gennaio 1986, tant’è che nessun meteorologo parlava di un possibile forte peggioramento. Guido Caroselli, nella sua trasmissione serale del 22 gennaio, diceva testualmente: “Il tempo sull’Italia continua ad essere governato dalle correnti atlantiche, il che significa una successione di eventi a tempi stretti che propongono ora i venti miti da Ovest o Sud-Ovest, ora i venti freschi da Nord-Ovest, che non sono mai freddi come le correnti da Est, le più penalizzanti per le nostre regioni. Ci sono anche occasioni per precipitazioni, che non risultano mai insistenti: un tempo favorevole per gli equilibri della natura”.

La profonda depressione semi-permanente d’Islanda era la padrona dell’Europa e, con il suo minimo di 980 hPa posizionato tra Scozia e Norvegia, fungeva da centro motore di diversi sistemi nuvolosi che arrivavano sull’Italia. La perturbazione n° 14 stava ormai lasciando la penisola, dirigendosi verso Sud-Est. Le regioni meridionali avrebbero goduto di un temporaneo intervallo di tempo discreto, mentre il Centro-Nord sarebbe stato prontamente interessato dalla nuova perturbazione n° 16.

E la n° 15? Osservando attentamente la carta sinottica nella foto, si può facilmente notare come la n° 15 si sia limitata a lambire l’arco alpino, per poi sfilare velocemente verso la Germania, senza quindi influenzare il tempo in Italia.

6^ puntata:
Le correnti girano da N/W: arrivano il Föhn e la Tramontana,

Le grandi figure bariche sul continente europeo erano in fermento, ed iniziavano gli spostamenti che avrebbero prodotto forte maltempo a fine mese. Il 23 gennaio era l’ultima giornata dominata dalle correnti miti ed umide atlantiche, umide a tal punto che erano riuscite a provocare estese formazioni nebbiose sulla Pianura Padana anche in assenza del regime anticiclonico. Il mancato riscaldamento solare dovuto alla nebbia ed il precedente irraggiamento notturno avevano mantenuto le temperature diurne di molte località del Nord attorno allo zero o addirittura sotto.

Al contrario, notiamo i valori elevati delle coste centro-meridionali adriatiche: queste zone infatti, con le correnti intorno a Ovest – Sud/Ovest che precedevano la perturbazione n° 16, rimanevano “sottovento”, e cioè riparate, e venivano investite da un vento di caduta proveniente dall’Appennino che si riscalda per compressione adiabatica, il “Foehn appenninico”.

Si intuisce chiaramente dalla carta sinottica qui sopra come la perturbazione n° 16, che avrebbe attraversato tutta l’Italia da Nord/Ovest verso Sud/Est, fosse seguita da impetuosi venti da Nord. Un’ampia saccatura prendeva il possesso di tutto il continente europeo e di gran parte del Mediterraneo; il centro motore di questa configurazione era un minimo di 984 hPa centrato tra la Svezia e la Finlandia. Le regioni nord-occidentali italiane, come mostra Caroselli nella cartina di previsione, sarebbero state le “meno sfavorite” o le “più protette”, come preferite, dal passaggio del fronte.

Sul resto dell’Italia il tempo era previsto spiccatamente variabile, con piogge e temporali sparsi e nevicate sui rilievi del centro anche a quote relativamente basse; il sud rimaneva in una situazione di attesa, prima del peggioramento che sarebbe arrivato il giorno 25. Il raffreddamento post-frontale sarebbe stato in parte vanificato sulle regioni settentrionali a causa del Föhn alpino, anche se le temperature minime notturne avrebbero avuto modo di scendere considerevolmente.

Quella sera il meteorologo si pronunciò anche sulla tendenza del tempo per i giorni 25 e 26 gennaio: una cellula di alta pressione avrebbe invaso il Golfo di Biscaglia e la Francia, inducendo sulla nostra penisola forti correnti di Tramontana con un generale (ma temporaneo) miglioramento del tempo e con le “ultime incertezze” al Sud.
Autore : Alessandro Bruscagin