00:00 24 Aprile 2012

Perchè la grandine “attecchisce” rapidamente anche con temperature estive?

Spesso durante l'inverno nevica fitto e, pur con temperature prossime allo zero, i fiocchi non attecchiscono al suolo fondendo quasi all'istante. La grandine invece rimane a terra anche per diverso tempo pur con temperature molti gradi al di sopra dello zero.

 Neve e grandine, due precipitazioni diverse ma anche uguali: entrambe riescono a imbiancare talvolta le nostre città, pur secondo modalità estremamente diverse, così come diverse sono le caratteristiche fisiche delle due precipitazioni e delle condizioni che le generano.

Un particolare comune che salta all’occhio è l’attecchimento al suolo del ghiaccio che cade dal cielo, sia esso sotto forma i soffici fiocchi di neve, così come quella di devastanti chicchi di grandine. Molti di voi avranno notato che durante la stagione invernale nevicate a larghe falde, con fiocchi grandi e fitti, non riescono a imbiancare il suolo, pur con temperature dell’aria prossime allo zero gradi.

Altrettante volte però avremo notato che grandinate estive, con temperature anche superiori a 20°C riescono ad imbiancare in pochi minuti i suoli molto più di una nevicata invernale. l ghiaccio accumulato da una grandinata può raggiungere in pochi minuti diversi centimetri, la neve necessita di ore e ore. Come mai?

I motivi sono essenzialmente due: il primo deriva dalla fisica del chicco di grandine. La conformazione sferica di un chicco di grandine è quella che ha il rapporto minore tra superficie e volume. Questo significa che, a parità di massa totale, il chicco di grandine rivolge al suolo solo una piccola faccia, una superficie minima. Questo permette la sua più agevole conservazione pur in presenza di temperature abbondantemente sopra lo zero gradi. Un fiocco di neve offre invece quasi tutta la sua superficie così che, una volta deposto al suolo con temperatura appena sopra lo zero (basta un +0,1°C), fonde rapidamente 

Un secondo motivo, il più intuibile, deriva soprattutto dall’intensità della precipitazione. Un rovescio grandinigeno può scaricare a terra un quantitativo di acqua equivalente anche superiore a 200 millimetri l’ora. Sono rain rate (intensità) notevolissimi, che mai si riscontreranno durante le nevicate invernali. Da qui un altro punto a favore della grandine, della quale possiamo preferire quella piccola e opaca che, vista la sua più omogenea distribuzione nello spazio, può stupirci con imbiancate davvero sorprendenti.

E per finire, quando la grandine riposa a terra dopo l’esaurimento del temporale che l’ha generata, vi può rimanere così tanto (anche alcune ore) da causare il raffreddamento del pelo dell’aria sopra di esso, così da causare la formazione di spettrali scie di nebbia estiva.

Autore : Luca Angelini