Settembre freddo: vediamo se sarà il segnale di un inverno nevoso
Dopo un settembre che ha sconvolto le nostre abitudini climatiche, l'attenzione è tutta puntata sulle prossime stagioni. Potremo assistere a un autunno e un inverno turbolenti, come non accade da anni? Cerchiamo di svelare i misteri del meteo dei prossimi mesi, affidandoci alle previsioni a lungo termine del modello GFS. Sebbene queste previsioni siano da "prendere con le pinze", offrono uno spunto interessante per analizzare come un'anomalia iniziale possa influenzare l'evoluzione climatica nei mesi successivi. In questo articolo, esploreremo le proiezioni del modello GFS per i prossimi mesi, dalle possibili tempeste autunnali alle nevicate invernali, fino al potenziale impatto di un anticiclone russo. Scopriremo insieme se le anomalie degli ultimi anni continueranno a dominare la scena o se assisteremo a un ritorno alla normalità. Attenzione però: le previsioni a lungo termine sono soggette a un'elevata incertezza, quindi non prendete appunti per le vostre prossime vacanze!
Dopo un settembre così, tutti stanno pensando ad una stagione autunnale ed invernale turbolenta, come da anni non siamo più abituati a vivere. Potrebbe succedere? Difficile dirlo, anzi praticamente impossibile ad oggi.
Tuttavia, il modello GFS ha dedicato un’emissione proprio per cercare di ipotizzare quale sarà l’evoluzione del tempo ogni giorno per ben 9 mesi sulla base dei dati di inizializzazione dell’odierna giornata.
E’ naturalmente un modello sperimentale e certamente non adatto per pianificare le proprie attività, che ci consente però non solo di farne un esercizio didattico, utilissimo agli appassionati, ma anche di provare a capire se le anomalie degli ultimi anni (anticicloni stazionari per settimane e conseguente assenza di piogge e nevicate) saranno ancora lette dal modello nonostante questa virata improvvisa dall’estate all’autunno.
L’emissione odierna del modello indica in effetti qualche variazione sul tema rispetto al recente passato, soprattutto a fine anno, ma anche nel cuore dell’autunno.
Procediamo però con ordine, come potrebbe evolvere ottobre?
Il mese sembrerebbe quasi voler compensare la mancata presenza dell’anticiclone di settembre, proponendo spesso periodi stabili, soleggiati e miti, anche se non mancherebbero di tanto in tanto disturbi, legati soprattutto a insidiose gocce fredde a ridosso delle isole maggiori con conseguenze temporalesche, riflessi anche sul resto del centro e del sud:
Il novembre invece, pur con le solite pause anticicloniche, presenterebbe almeno 1/2 tempeste autunnali, in grado di determinare precipitazioni importanti su molte zone del Paese, in particolare tra nord e centro, ma a tratti possibili anche al sud, qui ne vediamo un esempio previsto intorno all’8 novembre:
Il mese di dicembre vedrebbe inizialmente correnti da nord-ovest con i primi freddi e qualche nevicata in arrivo soprattutto su centro-est Alpi e dorsale appenninica, ma si tratterebbe di fenomeni passeggeri, più importanti a nord della catena alpina:
Dopo la metà di dicembre invece arriverebbe il classico anticiclone natalizio con prevalente stabilità, relativa mitezza in quota, sulle coste e nelle zone libere da nebbia, mentre proprio sul catino padano potrebbero insistere nebbie persistenti e freddo umido con brinate e galaverna. Ecco la mappa che certifica proprio la presenza franca dell’anticiclone:
Molto interessante invece l’evoluzione per la fine dell’anno (intorno a Capodanno) e chi ci vuole vedere una conseguenza di quanto sta avvenendo è liberissimo di crederlo, anche se per noi è pura casualità, perché non ci sono assolutamente elementi per affermare che sia questa la chiave di lettura della stagione invernale, tuttavia indubbiamente colpisce la possibile comparsa dell’anticiclone russo scandinavo per la fine di dicembre e l’inserimento da est di aria veramente gelida, un nucleo di aria freddissima che colpirebbe quasi tutto il Paese, guardate che carta sinottica:
Già così ci sarebbero le condizioni per nevicate in pianura su molte regioni, non solo in Adriatico, ma anche su parte del Tirreno, con spruzzate anche al nord, guardate il risvolto termico a 1.500m, con l’isoterma dei -16°C che abbraccerebbe il nord-est:
Il modello vede poi una parziale interazione del freddo con le correnti atlantiche per i primi di gennaio 2025 ma, come accaduto spesso negli ultimi anni, queste interazioni sono poi fallite, privando il Paese (o graziandolo, qui dipende dai punti di vista) di importanti nevicate di addolcimento sino alle basse quote.
Anche questa emissione infatti mette in evidenza il potenziale fallimento di questa interazione, anche se la carta barica qui sotto sembra molto invitante, con la depressione da ovest che si affaccia ma poi si sgretola per l’eccessiva ingerenza dell’anticiclone, come appunto frequentemente accade:
Direi che possiamo fermarci qui, avete avuto un assaggio di quello che potrebbe accadere sino a San Silvestro e poco oltre, ma ribadiamo che l’affidabilità di queste mappe è estremamente bassa, cioè inferiore al 15%, quindi non pianificate i vostri Ponti, i vostri week-end o le vostre vacanze Natalizie! 🙂
Ci serve però per renderci conto di quanto un’anomalia possa o meno influenzare l’andamento di un’intera stagione, alterandone un andamento magari più “lineare”, sempre che questo termine possa essere usato per un sistema caotico come quello meteo. E dunque quanto? POCO…Fino a prova contraria 🙂