CLIMA: sulle Alpi negli ultimi 2 anni il PEGGIOR INNEVAMENTO dagli anni 90
L'analisi si riferisce all'intervallo di tempo tra il 2011 e il 2023.
Sicuramente sulle Alpi occidentali siamo vicini al livello drammatico di fine anni 80 e di alcuni anni 90, mentre va un po’ meglio, ma non troppo, sui restanti settori alpini. L’analisi non si propone di arrivare così indietro, ma paragona solo il periodo di eccezionale innevamento dell’annata 2011, con quanto accaduto negli anni successivi.
Ebbene, come si noterà dal grafico che rilanciamo qui sotto, complessivamente dal 2011 al 2021, pur con annate non sempre generose in termini di neve, l’innevamento sulle Alpi era stato in qualche modo sufficiente a garantire anche un volume d’acqua che, una volta affluito a valle, avrebbe regalato ai fiumi e di conseguenza ai campi, preziosi contributi per l’irrigazione primaverile.
Nelle ultime due annate invece la situazione è risultata a dir poco sconcertante, a causa del dominio dell’anticiclone, e pur con un leggero incremento rispetto allo scorso anno, siamo ancora ampiamente in deficit e ciò che resta di febbraio e soprattutto marzo saranno fondamentali per capire se ripeteremo il disastro dello scorso anno, oppure se vivremo un trend compensativo in grado di proteggere i nostri ghiacciai:
Ma ci sono speranze di assistere a importanti nevicate tra fine febbraio e marzo? Dal 20 febbraio qualche movimento c’è e se marzo fosse influenzato dal riscaldamento che sta avvenendo in stratosfera e proponesse il ritorno delle perturbazioni atlantiche, potrebbe davvero tamponare una situazione di grande emergenza, soprattutto sulle Alpi occidentali, le più penalizzate dalla mancanza di precipitazioni ormai da molti mesi.
Autore : Alessio Grosso