00:00 7 Luglio 2008

La didattica offerta da “il cucciolo”

Un capolavoro del secondo dopoguerra rivisitato anche meteorologicamente da MeteoLive.

“Le nuvole sono la schiena degli angeli, che sono in cielo per proteggerci, proteggeranno anche te, finchè non saprai volare”.
Così Icaro, lo strano bambino nato da genitori anziani, si rivolge a Jody in una scena memorabile del film il Cucciolo, girato nel 1947
dal regista Clarence Brown; si tratta indiscutibilmente di un cult movie del secondo dopoguerra, tratto dal romanzo omonimo di Marjorie Kinnan Rawling.

The Yearling, questo il nome inglese, è stato ingiustamente criticato per aver fatto, dicono, del “terrorismo dei sentimenti”.

In realtà, in un’epoca come la nostra in cui trionfano le fiction, i reality show, i film sul vissuto quotidiano, recitati malissimo e pure super premiati, ci piace ritrovare un po’ di poesia, di lirismo e di buoni sentimenti nelle opere cinematografiche del passato, le uniche che sappiano ancora veramente colpire in profondità.

Ricordiamoci che gli italiani del dopoguerra hanno imparato ad esprimersi correttamente nel nostro idioma nazionale anche e soprattutto attraverso il cinema di Peck, Stewart, Gable e Amedeo Nazzari, la tv di Mike Bongiorno e di Mario Riva. Dunque che la piantino certi puristi e ringrazino queste opere straordinarie se nella nostra vita c’è ancora un po’ di spazio per il sentimento.

Jody Baxter (Claude Jarman Jr) è l’unico figlio sopravvissuto dei Baxter, una coppia di pionieri degli ultimi anni dell’800 che si sono stabiliti in Florida e vivono del duro lavoro della terra e dei frutti che essa concede loro, sempre in lotta con siccità, alluvioni, imprevisti.

Gli unici amici di Jody sono Icaro, il figlio di un altro gruppo di pionieri che vive poco distante dalla loro fattoria, e un cucciolo di cerbiatto, figlio della cerva che il padre ha dovuto uccidere per salvarsi con il suo sangue dal morso di un serpente velenoso.

Icaro, divenuto storpio per aver tentato di volare gettandosi da un albero e considerato un po’ matterello perchè nato da genitori anziati, si intrattiene spesso con Jody ad osservare la natura e le nuvole. La fotografia mostra scenari straordinari con cumulonembi di rara bellezza. Improvvisamente Icaro muore e Peck si supera nell’elogio funebre mentre dal cielo si scatena il diluvio universale, che può essere letto certamente anche in senso religioso, ma se aprissimo questa parentesi usciremmo troppo dal seminato.

La pioggia diventa alluvione e i Baxter perdono il raccolto. Chiusi in casa in preda allo sconforto, odono improvvisamente la pioggia calare di intensità ed escono sotto il porticato ad osservare la scena. Il ritorno del sole è la speranza, loro in mezzo ai campi allagati ritrovano la forza per ricominciare, quasi che il regista volesse far risaltare l’importanza e la centralità della famiglia unita per superare le avversità.

Attraverso gli occhi di Jody rivediamo lo stupore per ciò che lo circonda come ricorda divertito il padre alla consorte durante una conversazione a tavola: “Ori, oggi ho visto nostro figlio restare incantato davanti allo spettacolo della natura: il vento, la pioggia, gli animali, gli alberi…come facevo io, alla sua età”.

La passione per la natura deve nascere da bambini, come quella per la meteorologia.
Ma la vita è dura e l’ingannevole illusione di vivere nel sogno svanisce.
Il cerbiatto cresce e si ciba delle loro coltivazioni. Inutile ogni tentativo di allontanarlo. Bisogna abbatterlo, la dura lotta per la sopravvivenza porta anche a questi gesti estremi.
Sullo sfondo c’è sempre questa natura scatenata che sa regalare momenti di straordinaria intensità poetica ma anche di alta drammaticità.

Questa pellicola ha ricevuto molti premi: due Oscar per la Migliore Scenografia e Migliore Fotografia (meritatissimo) e cinque Nominations, rispettivamente Miglior Attore, Attrice, Regista, Montaggio e Film. Gregory Peck conquisterà anche il Golden Globe.
Autore : Alessio Grosso