00:00 13 Luglio 2017

L’autunno che verrà: cosa dovremo aspettarci nei prossimi mesi?

Una breve considerazione sullo stato attuale delle anomalie termiche a livello emisferico ed il possibile sviluppo della circolazione atmosferica autunnale.

Decisamente in controtendenza rispetto quanto avvenuto nel recente passato, l’annata 2016/2017 presenta un accumulo di ghiaccio groenlandese in evidente scarto positivo rispetto alle misurazioni degli ultimi anni. Questo si ripercuote sulle temperature medie registrate a livello locale, che risultano quest’anno inferiori alla media di riferimento relativa al trentennio 1980-2010. Una notizia in apparente controtendenza rispetto ai dati in arrivo sul tema del Global Warming, che potrebbe essere spiegata nella persistenza per lunghi mesi (inverno-primavera 2017) di una NAO fortemente positiva, cioè di quel pattern atmosferico caratterizzato dalla presenza di intense depressioni alle latitudini artiche e subartiche, legate all’attività delle masse d’aria fredda che vanno a costituire l’anima vera e propria del Vortice Polare.

In soldoni, ancora non possiamo sapere se tale anomalia termica negativa che inevitabilmente si ripercuote sull’estensione dei ghiacci groenlandesi, possa o meno favorire un autunno dalle caratteristiche diverse rispetto a quelle avute nel recente passato. 

Se l’anomalia termica negativa dovesse "sopravvivere" al periodo di ablazione estiva, potremo forse aspettarci un esordio precoce delle dinamiche circolatorie autunnali in Europa? 

Rispondere a questa domanda è tutt’altro che semplice: la presenza di una anomalia termica negativa su questa porzione di territorio artico, getterebbe però qualche speranza sull’avvento di una stagione autunnale dalle caratteristiche più dinamiche. Negli autunni dell’ultimo decennio, la scarsità di freddo a livello artico ha infatti avuto delle importanti ripercussioni su quelle che sono state le caratteristiche circolatorie nei mesi di settembre, ottobre, novembre. A livello Artico abbiamo infatti avuto ritardi nei processi di ricostituzione del pack, un elemento di fondamentale importanza, linfa vitale per una elevata attività delle depressioni extratropicali.

Una crisi della corrente a getto è stata l’elemento di spicco che ha creato uno spacco netto tra la circolazione del secolo scorso e quella relativa al periodo attuale; senza un adeguato supporto della corrente a getto che vive nella differenza di temperatura tra la fascia delle medie e delle alte latitudini, le depressioni oceaniche faticano nel loro avanzare sull’Europa. Situazioni di "blocking" con episodi alluvionali severi e valori termici sopranorma, hanno scandito diverse fasi dei nostri recenti autunni e si sono presentate nell’ultimo decennio con una frequenza maggiore rispetto al passato. 

Il solo dato puntuale, seppur positivo, riguardante la presenza di un’area di freddo estivo intenso a livello dell’Artico groenlandese, non è sufficiente a garantire una stagione autunnale che possa in qualche modo ricalcare i fasti del lontano passato, quando la corrente a getto ancora "funzionava a regime" e le perturbazioni fluivano sul nostro continente rapidamente e senza intoppi. Rappresenta però un ideale punto di partenza per una stagione ancora tutta da costruire e che potrebbe senza dubbio avere degli spunti maggiori di interesse a favore di una maggiore dinamicità. 

Sul tema Global Warming restiamo invece con i piedi per terra, purtroppo la presenza di una anomalia termica negativa in sede groenlandese, per quanto positiva possa essere, non dice assolutamente nulla su quello che è il bilancio globale delle temperature su scala planetaria che resta sempre sbilanciato verso una condizione di surplus.

 

Autore : William Demasi