00:00 24 Aprile 2009

“Woom”, tuona!

Particolari inediti sul temporale

Abbiamo dedicato ampio spazio ai temporali sul nostro quotidiano on-line, ma ogni giorno c’è sempre qualcosa di nuovo da imparare.
Rispondiamo allora ad alcuni quesiti tipici che sono stati posti da voi lettori.

1 I fuochi di Sant’Elmo fungono da parafulmini?
Le scariche elettriche tra nubi e suolo sono favorite dal potere delle punte. Le cime degli alberi, i pali, gli spigoli dei tetti, lasciano sfuggire un flusso di ioni positivi e sembra che gli abitanti del vicinato abbiano addobbato le loro abitazioni con delle fiammelle o candeline bluastre, meglio conosciute con il nome di fuochi di Sant’Elmo. I lampi che partono dalle nubi verso il suolo si dirigono soprattutto verso queste punte, poiché gli ioni emessi rendono l’aria conduttrice. La costruzione dei parafulmini si basa proprio su questa proprietà.

2 E’ vero che i fulmini fanno aumentare l’intensità delle precipitazioni?
Molti tuoni fragorosi uditi in lontananza nella quiete di una calda serata estiva preparano generalmente un grosso temporale. I fulmini innescano infatti correnti discendenti che trascinano verso il basso le gocce di pioggia o i chicchi di grandine. Dopo una forte saetta dunque i rovesci possono aumentare di intensità.

Attenzione però: talvolta possiamo osservare fulmini a ripetizione senza che cada una sola goccia d’acqua. Dobbiamo cercare la motivazione nella secchezza dell’aria che fa evaporare le goccioline prima che queste raggiungano il suolo. Al massimo può arrivare solo qualche chicco di grandine. In caso di ottima visibilità di notte i bagliori dei fulmini possono essere avvistati sino ad un centinaio di km di distanza dalla cellula temporalesca.

3 Qual è il momento migliore per fotografare un fulmine quando arriva un temporale?
Consiglio: mai durante! Infatti la forte pioggia della fase più attiva del passaggio temporalesco inibisce almeno in parte l’attività elettrica o la nasconde ai nostri occhi, perchè molte scariche si verificano tra nube e nube. Anche il rumore del tuono risulterà in parte attutito. Nella fase iniziale invece sarà possibile osservare molti lampi diffusi ma anche qualche scarica con diramazioni. Sarà però con l’allontanamento della cellula temporalesca che assisteremo allo spettacolo più bello, favorito dalla migliorata visibilità, da una maggiore secchezza dell’aria in quota e conseguentemente dal colore del fulmine che tenderà al bianco e sarà ben visibile nel buio della notte.

4 Il fulmine contiene scariche secondarie? Si, parecchie, ma per l’occhio umano è difficile accorgersene per la grande velocità con la quale queste si susseguono. Il canale d’aria percorso dal fulmine subisce un repentino riscaldamento, prossimo ai 30.000 gradi. Si spiega così la forte dilatazione, che non è altro che l’onda d’urto che noi chiamiamo tuono.

5 C’è un’ora canonica in cui scoppia il temporale?
I temporali da fronte freddo si possono verificare in qualsiasi momento del giorno, anche nel cuore della notte in estate.
I temporali di calore sulla terraferma sono collegati al ciclo dell’insolazione e si verificano prevalentemente il pomeriggio o la sera. I temporali sul mare si verificano soprattutto di notte.

6 Cosa deve fare un pilota d’aereo per evitare un temporale?
Se il fronte freddo è molto attivo conviene rinviare il decollo ma se si è già in volo occorre osservare il temporale da una certa distanza: cercare dapprima la zona con meno fulminazioni, osservare il punto in cui i cumulonembi presentano qualche interruzione ed entrare nell’area temporalesca perpendicolarmente, senza cambiare direzione e restandoci il meno possibile. L’aiuto del radar sarà comunque fondamentale. Attenzione però: al pilota non converrà attraversare la fascia nuvolosa delle incudini secche, potrebbe trovarci della grandine residua.
Autore : Alessio Grosso, Lorenzo Catania, Paolo Bonino