00:00 17 Novembre 2021

Sguardo agli indici: l’INVERNO decolla entro fine mese?

Siamo entrati nella seconda metà di novembre, l’ultimo scorcio dell’autunno meteorologico che solitamente mostra i primi veri sussulti invernali nel Vecchio Continente e talvolta anche in Italia.

Come già approfondito nei precedenti articoli, dopo il 20 novembre lo scacchiere barico tra Atlantico ed Europa subirà interessanti cambiamenti che potrebbero avere, come effetto principale, un marcato raffreddamento dei settori settentrionali e orientali europei. Una parte di quest’aria fredda potrebbe scendere ulteriormente di latitudine fino a raggiungere l’Europa occidentale e finanche il Mediterraneo, grazie ai tipici giochi d’incastri tra alte e basse pressioni che ovviamente è quasi impossibile prevedere dettagliatamente con così largo anticipo.

È però possibile tracciare una linea di tendenza che, a sommi capi, riesca a descriverci il possibile stato dell’atmosfera nel lungo termine (quantomeno nei prossimi venti giorni). A tal proposito ci vengono incontro le teleconnessioni, ovvero schemi di circolazione dell’aria su larga scala, in grado di descrivere il possibile andamento della circolazione delle correnti nei vari continenti e negli oceani. Proveremo a descrivere gli indici principali, per poi trarre le conclusioni finali.

ENSO (Oscillazione de "El Nino") = si riferisce all’andamento delle temperature superficiali del Pacifico centro-meridionale. Al momento ci troviamo in una fase di "Nina", che corrisponde ad un raffreddamento delle acque superficiali del Pacifico orientale a largo dell’America meridionale. Questo raffreddamento, piuttosto marcato considerando che ci troviamo a ben -1.6°C rispetto alla media (vedi grafico sotto), potrebbe avere ripercussioni sul clima italiano nelle prossime settimane e nei prossimi mesi.
Solitamente, in presenza di questo pattern, il Mediterraneo centrale vive fasi più asciutte a causa di un ingombrante anticiclone. 

AO (Oscillazione Artica) = si riferisce allo stato di forza del vortice polare, ovvero il grande vortice freddo che giace sul polo nord e che governa le sorti del nostro inverno. Ebbene dalle ultime rilevazioni e soprattutto dalle proiezioni si denota un costante indebolimento del vortice polare, il quale si tradurrebbe nella possibilità di ondate di freddo per le basse latitudini, Europa inclusa. Non a caso a partire dal 20 novembre si prospetta un marcato raffreddamento dell’Europa nord-orientale, in linea con quanto appena detto. 
Gran parte degli scenari mostra un AO negativo anche nel lungo termine (vedi grafico sotto), il che significherebbe che lo stato di forma del vortice polare potrebbe essere deficitario anche nelle prossime settimane fino agli inizi di dicembre

NAO (Oscillazione Nord Atlantica) = si riferisce allo stato di forma della depressione d’Islanda (che a sua volta influisce sulla pressione tra nord e medio Atlantico). Questo indice è di grande importanza per le sorti del tempo in Italia.
Attualmente ci troviamo in una fase di NAO positiva (che corrisponde al rinforzo dell’anticiclone delle Azzorre sull’Europa occidentale), ma nei prossimi giorni avremo un consistente calo dell’indice, tanto che entro la prossima settimana potremo ritrovarci in un contesto di NAO negativa pronunciata (vedi grafico sotto). 
Questo significa che sarà molto più facile assistere ad affondi perturbati sull’Europa centro-occidentale, mentre l’anticiclone delle Azzorre resterà ancorato nel medio Atlantico o al più proteso verso la Groenlandia (e non verso il continente europeo). 

PDO (Oscillazione pluridecennale del Pacifico) = si riferisce alla fluttuazione su lungo periodo delle temperature del Pacifico settentrionale. 
Al momento ci troviamo in una situazione di PDO negativa, visibile soprattutto nel raffreddamento delle acque a largo degli Stati Uniti, nel Pacifico settentrionale. Questo indice, unito ad una Nina piuttosto marcata, può avere ripercussioni molto importanti nel clima dell’intero emisfero settentrionale. Nella mappa visibile in basso si denotano le anomalie di temperature delle acque mondiali (SSTA) e si possono riscontrare sia la NINA che la PDO negativa.
Con questo schema è lecito attendersi ondate di freddo sull’Europa occidentale.

RIASSUMENDO: ci sono tutte le carte in tavola per assistere ad un finale di novembre ed un inizio di dicembre piuttosto movimentati in Europa e nel Mediterraneo. 
I primi grandi movimenti invernali potrebbero palesarsi dapprima sull’Europa nord-orientale, con un consistente raffreddamento, e poi anche sull’Europa occidentale e in Italia sul finire del mese e con l’inizio di dicembre. 
Le ondate di freddo potrebbero prediligere Paesi come Inghilterra, Francia, Germania e Spagna, riuscendo però ad inglobare anche il nord Italia. Sarà dunque il nord il settore dove sarà più probabile avere il freddo e i primi episodi di neve a quote basse. Centro e sud Italia potrebbero invece fare i conti con clima più mite a causa dello scirocco e dell’invadenza dell’anticiclone. 
Precisiamo che si tratta di indicazioni sul lunghissimo periodo e quindi suscettibili di cambiamenti soprattutto qualora volessimo focalizzarci sul tempo della sola Italia, che in fin dei conti resta un piccolo fazzoletto di terra all’interno dei grandi movimenti atmosferici. 

Autore : Raffaele Laricchia