00:00 13 Novembre 2015

NEVE in pianura prima della fine del mese?

E' possibile che si faccia vedere la prima neve in pianura entro fine novembre?

Fa sorridere sentir parlare di neve mentre l’Italia di un anticiclone che di novembrino regala solo qualche nebbia…

Eppure, se il flusso zonale atlantico si mettesse davvero a serpeggiare, proponendo a tratti affondi perturbati sul nostro Paese, tra un passaggio piovoso e l’altro le correnti si disporrebbero da nord-ovest, favorendo l’inserimento di aria più fredda e più secca in quota, la neve in pianura non sarebbe poi così lontana.

Un classico caso di Foehn e Maestrale insomma che proprio seccando l’aria al nord-ovest, favorisce la preparazione del classico "terreno nevoso", perché la prima notte serena e senza vento, determina su quelle zone un sensibile raffreddamento.

In caso di corrente SECCA da nord-ovest particolarmente sviluppata (ma ancora non ne vediamo i presupposti) anche la Toscana, l’Umbria e in genere le zone interne appenniniche del centro assisterebbero ad un consistente raffreddamento.

Appena le correnti virassero nuovamente dai quadranti meridionali e favorissero precipitazioni, sarebbero proprio le regioni di nord-ovest sino alla Bergamasca, così anche l’Emilia occidentale a subire un ulteriore raffreddamento sino alla saturazione della colonna d’aria utile a portare NEVE in PIANURA.

Questo è l’ingrediente principe per registrare le prime spruzzate di neve in pianura anche senza scomodare importanti irruzioni fredde, servirebbe però che almeno l’isoterma di zero gradi a 1500m sorvolasse la Penisola.

Con il primo passaggio del 22-23 questo sembra impossibile, ma potrebbe verificarsi subito dopo, preparando eventualmente il terreno a qualche successivo inserimento frontale; in quel caso veramente la neve potrebbe cadere sino in pianura su Torino, Milano, Pavia, Bergamo, Lodi, Novara, Asti, Alessandria, giusto per fare qualche esempio. 

Al centro potrebbe nevicare a quote molto basse in Appennino (500m) su Toscana, Umbria, Marche, zone interne laziali ed abruzzesi.

Sfonderà però un refolo di aria fredda oltralpe? E’ una domanda che dovremo porci sempre più spesso, considerata la fatica con la quale questo si è verificato negli ultimi due stagioni invernali.
 

Autore : Alessio Grosso