00:00 8 Luglio 2014

L’affondo artico del luglio 2000: anche allora fu un mese estivo flop!

Chi si ricorda del luglio temporalesco del 2000?

Temporali così frequenti in pieno luglio al nord molti stentano a ricordarli, invece è semplicemente un fatto di "memoria corta"; del resto i temporali si dimenticano in fretta, salvo se non quando si scatena un’alluvione o la grandine raggiunge altezze da record.
 
Ricordiamo certamente la ferita depressionaria di metà luglio 2002, ma anche e soprattutto ciò che accade intorno al 9 luglio del 2000, quando una imponente saccatura colma di aria artico-marittima si protese dritta dritta verso l’Italia ondeggiando alternativamente con il suo asse principale prima ad ovest e poi ad est dell’arco alpino.

L’aria fredda irruppe principalmente in quota e ciò fu la causa scatenante di numerosi episodi temporaleschi anche abbondanti, soprattutto al nord. Il rovesciamento progressivo dell’aria fredda dalle alte quote fece scendere la temperatura fino a valori record per la stagione.

A Milano il giorno 12 luglio 2000 si raggiunse una minima di soli 11°C e a Torino di 9°, mentre a Firenze spiccava una massima di soli 17°C. Dopo il transito del fronte freddo principale la struttura depressionaria, sempre alimentata a monte da aria molto fredda in altitudine, insistette sull’Europa centrale per una intera settimana abbracciando anche buona parte del nostro Paese ad esclusione delle estreme regioni meridionali.
 
Nell’aria fredda che seguitava ad avvitarsi sotto un sole che faceva letteralmente il solletico, si sviluppavano nelle ore pomeridiane celle temporalesche che scaricavano ulteriori grandi quantità d’acqua sulle regioni settentrionali e su parte dell’Appennino tosco-emiliano.

In quell’occasione i temporali sulle Alpi si rivelarono nevosi fin verso i 1800 metri di quota, imbiancando in modo innaturale la vegetazione d’alpeggio già in fioritura avanzata. In alta val Masino (provincia di Sondrio) alla quota di 2500 metri i centimetri accumulati furono ben 85!

La situazione si sbloccò molto lentamente tanto che la rotazione delle correnti dai quadranti settentrionali determinò l’arrivo di un foehn freddo sul versante nord-alpino e sulla pinura Padana.

L’aria per contro rimase limpida e cristallina per oltre una settimana permettendo il piacere (decisamente inusuale in piena estate) di poter gustare il fresco profumo dei boschi alpini perfino nel pieno centro di Milano.

Autore : Luca Angelini e Alessio Grosso