00:00 17 Dicembre 2009

Tutto sulla SCALDATA della settimana prossima

Le precipitazioni (prima nevose, poi piovose) potrebbero essere abbondanti al nord. Il punto della situazione.

Più che in Italia sembra di stare in Norvegia o in Scozia. In questi luoghi gli sbalzi termici sono all’odine del giorno.
Si può difatti iniziare con l’aria freddissima di matrice artica e finire con quella umida altantica.

In Italia è un tantino più difficile. Qui spesso ci sono gli anticicloni che mettono un duro guinzaglio alle depressioni ed al freddo. In poche parole, è assai più facile che il tempo da noi sia monotono, piuttosto che variegato come negli altri Paesi d’Europa.

Quest’anno, tuttavia, il tempo ha deciso di stupirci, con una dinamicità sconvolgente. I previsori e gli esperti non possono quindi fare altro che inchinarsi davanti a cotanta “rabbia” ed “euforia” delle condizioni meteorologiche.

La prossima settimana, con tutta probabilità, inizierà con una nuova imbiancata per il nord, anche in pianura. Si tratterà della classica “neve da addolcimento”, una sorta di “canto del cigno” di questa complessa irruzione fredda.

Da martedì invece cambierà tutto. Le fredde correnti settentrionali che ci hanno interessato negli ultimi giorni verranno rapidamente sostituite da aria progressivamente più calda di matrice africana.

A muovere questa grossa sciroccata sarà una vasta depressione centrata sull’Europa occidentale. In poche ore le termiche sono previste aumentare sensibilmente su gran parte d’Italia.

Il problema riguarderà il nord Italia: siamo sicuri che lo Scirocco riuscirà a scalzare per intero il cuscino freddo padano?

In effetti la situazione prevista per l’inizio della settimana prossima per il settentrione è un po’ delicata.

Cosa potrebbe succedere in sostanza: 3 le opzioni.

La prima: il cuscino riesce a reggere più del previsto. La neve di lunedì si estende anche alla giornata di martedì, con accumuli cospicui e notevoli intralci per la circolazione.

La seconda: il cuscino cede totalmente sotto le bordate dello Scirocco. La neve in breve tempo si porta a quote “stellari” con problemi di fusione del manto nevoso caduto in precedenza anche a bassa quota. La pioggia copiosa fa peggiorare ulteriormente le cose, con possibili fenomeni alluvionali e di dissesto.

La terza: il cuscino viene eroso solo nella sua parte superiore, ma resta integro a livello del suolo. La neve che cade si trasforma inevitabilmente in acqua, ma con le temperature al suolo prossime a zero gradi gela instantaneamente a contatto con gli oggetti, determinando la galaverna o il gelicidio.
Questa terza opzione sarebbe quella più dannosa.

Manca ancora tempo. Le cose possono ancora cambiare, ma se l’afflusso caldo venisse confermato, non sarebbe di sicuro una bella cosa per le nostre regioni settentrionali.
Autore : Paolo Bonino