00:00 21 Novembre 2012

Troppa cronaca sui temporali, anche su quelli marginali

Ora si esagera creando tra l'opinione pubblica un'immagine del tempo e del clima distorta.

"Nubifragio a Pescara, caduti 25mm, strade allagate, difficoltà negli spostamenti, sottopassi inagibili, centinaia di interventi dei vigili del Fuoco".

Se 25mm sono in grado di mandare in tilt una città significa che qualcosa non va a monte. Si dice che arrivi novembre e arrivino le alluvioni, prima non succedeva? L’autunno del nostro Paese è costellato di alluvioni, non c’è stata solo quella di Firenze, del Piemonte (doppia fra l’altro 94-2000) ma se ne contano tantissime altre in autunno e in primavera nella storia dell’ultimo secolo e chissà prima. 

E’ ora di finirla di dire andiamo a fondo ad ogni minimo temporale. Fino a 10 anni fa pioveva altrettanto o molto di più e un temporale di 30mm non finiva nemmeno in cronaca, ci si occupava d’altro. Oggi ogni minima "pisciatina" viene documentata con foto, immagini video, in modo quasi spasmodico, perchè fa comodo fare audience, riempire un palinsesto altrimenti vuoto con notizie facili e il maltempo buca lo schermo, arriva alla gente comune, impressiona. 

Discorso diverso per le vere alluvioni, come quelle recenti sul centro Italia, specie su Orvietano e Grossetano. Le alluvioni si verificano per l’accanimento sul territorio di fronti stazionari, dovuti o a blocchi anticiclonici sull’est del Continente, che impediscono ai centri depressionari di muoversi liberamente, con la fenomenologia esaltata dall’orografia del nostro territorio, oppure perchè il mare non si è sufficientemente raffreddato da settembre a novembre, e dunque appena si inserisce la corrente a getto è in grado di partorire nuclei temporaleschi marittimi stazionari e intensi come è avvenuto negli ultimi due anni, tra Genova, Cinque Terre e ora Toscana.

Il problema è che le estati vengono ormai dominate dall’anticiclone africano e non sempre in autunno si hanno quei 2-3 anticipi di freddo in grado di raffreddare i "bollenti spiriti" del mare.

Tutto il resto è colpa nostra, di chi ha costruito dove non si poteva, delle amministrazioni comunali, provinciali, regionali, che non si occupano di pulire gli alvei dei torrenti, di proteggerne intelligentemente gli argini, oltre ad un territorio fragile, inutile girarci in giro, sul quale tuttavia è sempre piovuto, anche in passato. Invece passa l’idea di un paese colabrodo, incapace di adattarsi a qualsiasi acquazzone, che si trasforma in un evento spaventoso e terrificante.

Molto più utile sarebbe che la Protezione Civile o il Ministero dell’Ambiente dicesse e ripetesse tutti i giorni in tv: guardate che arriva l’autunno e in base ai dati che abbiamo potrebbero esserci episodi alluvionali per tutta una serie di motivi, allertando sindaci e Presidenti di regioni in modo che possano intraprendere iniziative volte a mettere in sicurezza in territorio. Ogni giorno dovrebbero esserci almeno 30 minuti sulla Rai di educazione ambientale, mostrando quali sono le regioni più a rischio e correndo ai ripari, sensibilizzando in modo costruttivo l’opinione pubblica, in modo che non ci siano più scuse, quando la natura si scatenerà.

Autore : Alessio Grosso