00:00 29 Ottobre 2009

L’ARTICO tormentato da scienziati e giornalisti

I quotidiani paladini di un certo ambientalismo non perdono occasione per trovare notizie che confermino tutta la "bontà" della loro ideologia.

Il Polo Nord sarebbe nel caos più totale. La temperatura del permafrost sarebbe salita di 2 gradi in 35 anni, di cui uno solo negli ultimi 5 anni. In realtà Jane Lubchenco del NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration) presentando l’Artic Report Card, ossia lo stato dell’ambiente artico del 2009, sperava di poter sparare a zero anche su questa estate 2009, invece i dati, anzi diremmo i ghiacci, l’hanno tradita, perchè è andata meglio degli ultimi 2 anni, e loro questo proprio non se l’aspettavano.

La Lubchenco identifica nel Polo uno degli “hot spot” del Global Warming, anche se il Mediterraneo, a detta del CNR, gli tiene testa baldanzoso. Ma tormentarci con i ghiacci ormai semi-fusi non basta, ora si passa anche ai venti, conseguenza peraltro abbastanza normale se si modifica un regime termico, ma qui tutto deve essere fatto passare per eccezionale.

“Negli ultimi anni infatti, si è creata una anomala alta pressione sul lato artico che si affaccia al Nord America e una bassa pressione verso l’area euroasiatica. Il tutto certamente connesso con la mancanza di ghiacci durante il periodo estivo. Nella complessa evoluzione meteorologica dell’artico ciò determina la formazione di venti più prolungati che soffiano da sud verso nord, i quali incrementano il trasporto di calore sull’Oceano Artico”.

E’ uno dei classici meccanismi di feedback, o meglio sarebbe parlare di “circoli viziosi”, è chiaro che se alzo la temperatura al mio frigorifero, prima o poi a quello che contiene qualcosa succede, ma nulla si distrugge, tutto piuttosto si trasforma. Poi ecco la crociata animalista: moria di renne e caribù, anche se per fortuna poi si aggiunge che “il fenomeno era in atto da tempo”. Commovente l’apprensione degli scienziati per la vita marina, con chiaro invito a stanziare nuovi fondi per studiare di più e meglio (…)”in quanto si hanno pochi dati a disposizione per capire se le comunità di animali siano diminuite o si siano spostate”.

Quella del controllo globale su tutte le specie viventi è davvero un’ossessione per gli scienziati. Pensate a quanti investimenti inutili per studiare animali che non hanno nessuna voglia di farsi analizzare dall’uomo e che da sempre cercano e per sempre cercheranno di adattarsi ad ogni tipo di clima, indipendentemente dalla nostra presenza in qualità di spioni.

Poi si passa ad elencare la diminuzione dei ghiacci groenlandesi “quasi 1.000 km quadrati quelli persi dal 2000 ad oggi” si sentenzia. Gli uni e gli altri si danno manforte. Allora ecco un altro studio, frutto di dati provenienti da sedimentazioni lacustri, carotaggi nei ghiacci groenlandesi e analisi dendrocronologiche.
Obiettivo monitorare a ritroso fino a mille anni la temperatura nell’area. I risultati naturalmente non possono essere che clamorosi: dalla nascita di Cristo l’area polare si è raffreddata di 0.22°C per millennio sino ad oggi.

Alla simulazione è stato imposto un forcing astronomico che contemplasse una progressiva riduzione della radiazione diretta estiva. La cosa divertente è che il raffreddamento sarebbe ancora in corso perchè di sole lassù ne arriva sempre meno, eppure fa caldo, sempre più caldo. COME MAI, viene da chiedersi. Che domanda idiota. Ma è ovvio no: è tutta colpa dell’uomo con i suoi gas serra.

In altre parole con le nostre attività avremmo frenato, tamponato, inibito, interrotto una nuova era glaciale. Bel colpo verrebbe da dire, e mentre milioni di persone che amano il caldo gioiscono, compresi gli Scandinavi, invece ci dicono che è una delle maggiori porcherie che potevamo commettere, condannandoci senza appello e senza nemmeno un regolare processo.

Non solo invece, come ben sapete, ci sono dei fortissimi dubbi su questo famigerato ruolo antropico nel GW, ma sempre di più i periodi caldi del passato, anche molto più caldi di quelli odierni, vengono nascosti all’occhio della stampa e dei suoi lettori, questa si è una vera porcheria.

Di fronte a questa forzatura ambientalista, viene spontaneo darvi un consiglio: meglio non leggere, si vive meglio.
Autore : Report di Alessio Grosso