00:00 6 Aprile 2002

Il Po sotto il livello di oltre sei metri

Abbiamo seguito il corso del Po per avere un'idea della situazione siccità.

Prati rinsecchiti, campi con pochi germogli, con la terra sollevata dalla prima raffica di vento; la campagna ha un colore smunto, quasi la primavera non fosse ancora arrivata. Stagni e fossati sono completamente a secco per km. Provate a percorrere in bicicletta le stradine in mezzo ai campi e mangerete polvere. Per non parlare dei laghi: quello di Como perde inesorabilmente cm ogni giorno che passa.

Nel piacentino, seguendo il corso del Po, abbiamo incontrato Ugo, un coltivatore diretto. Ci ha mostrato le aree golenali che sembrano zone destinate alla desertificazione. “fortuna che ho molti campi in maggese-quest’anno” ci dice con una punta di ironia, “ma se non piove adesso qui non piove più. Il temporale non trasporta la pioggia dappertutto e serve a poco, ma le piogge della primavera sono fondamentali, anche l’anno scorso piovve poco, ma quest’anno non sappiamo proprio cosa sia l’acqua”. Parole sacrosante e condivisibili in toto.

Ci spostiamo nel mantovano: è crisi nera. Il Po vicino ai minimi storici e una vegetazione inesistente. “Innaffiare costantemente costa troppo e poi da dove pompano l’acqua se non ne abbiamo quasi più nemmeno nei pozzi sotterranei?” Cosi ci dice Franco di CasalMaggiore. Oglio, Mincio, Adige, Brenta sono tutti su livelli molto bassi e la coltivazione degli ortaggi è particolarmente faticosa. Inevitabile un aumento dei prezzi al consumo.

Dopo le piogge di febbraio, che avevano fatto ben sperare, visto il gran secco dei mesi precedenti, marzo è risultato avaro di precipitazioni e fin troppo caldo per il periodo con un finalino freddo che ha messo in crisi i germogli. L’inizio di aprile non è tra i più incoraggianti ma si spera nelle piogge della prossima settimana.

Se la siccità ha colpito duramente il nord, al centro non si sta affatto scherzando: la regione più colpita risulta l’Umbria con il Tevere e la Nera in condizioni pietose. Anche il lago Trasimeno, di Vico, di Bolsena e di Bracciano hanno ridotto il volume delle loro acque con notevoli sofferenze per i pesci e carenza di ossigeno.

Soffrono molto anche l’Arno e l’Ombrone con un deficit idrico tra il 50 e il 70% rispetto alla norma del periodo.
Al sud le piogge hanno temporaneamente “nascosto” il problema favorendo un rinverdimento della vegetazione e aiutando gli invasi ma urgono presto rinforzi e le nubi al momento si stanno allontanando.
La prossima settimana vi forniremo alcuni dati statistici provenienti dalle varie regioni italiane.
Autore : Redazione