00:00 14 Settembre 2007

CLIMA: convegni a confronto, quelli con gli scienziati e quelli senza scienziati…una bella differenza

Considerazioni e raffronti tra i due convegni del vecchio e nuovo governo.

Siamo confusi. Due anni fa partecipai al convegno internazionale di Roma: “AMBIENTE E’ SVILUPPO” in cui, con molta saggezza, si fece un’analisi della situazione del clima e si tracciò un quadro del futuro climatico, senza nascondere le preoccupazioni, ma senza catastrofismi e soprattutto con l’esposizione di tesi scientifiche atte a comprendere come si potesse agire per vivere più sereni nei prossimi anni. Io stesso partecipai in qualità di relatore (free-lance) richiamando l’attenzione sul fatto che mancasse una vera coscienza ambientale e meteorologica e portando dati sulle temperature del passato.

Parteciparono a quella conferenza di Roma (20 giugno 2005, presso il Centro Nazionale delle Ricerche il Prof. Richard Lindzen, ben conosciuto per le sue posizioni scettiche sul ruolo dell’uomo nel riscaldamento globale del Pianeta. Ma non ci fu solo lui, e questo molti oppositori di quel convegno non lo vogliono ricordare.

Oltre al sottoscritto alla conferenza, organizzata dal Prof Togni, hanno preso parte Roberto Buonanno, Direttore dell’Osservatorio Astronomico di Roma, il geologo Franco Ortolani, ordinario del Federico II a Napoli, Corrado Cini, Direttore Generale Ricerca Ambientale e Sviluppo -M.A.T.T, Alessio Grosso, Caporedattore di MeteoLive.it, Claudia Cieri Via, Storica dell’Arte, Ordinario La Sapienza, Roma -Fabio Pistella, Presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche, oltre all’Onorevole Francesco Nucara, Ex- Vice Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio.

Vi invito a consultare l’articolo che abbiamo rilanciato poco sotto per capire cosa è emerso da quella giornata di lavori.

Due anni dopo, cambia il governo, scenario completamente diverso, tutto in malora…La gente così cosa capisce: di là hanno voluto coprire le lobbies dei petrolieri e degli industriali, di qui vogliono rubare soldi ai contribuenti con l’inutile business delle energie alternative e costringendoci a comprare gli euro 5, a pagare nuove tasse sull’ambiente, eccetera.

Posso solo dirvi che ho partecipato con soddisfazione al convegno del 2005 e non ho avuto affatto questa impressione. Ho conosciuto a cena Ortolani, Cini, Buonanno, tutti si sono sentiti liberi di esprimere le proprie opinioni senza forzature.

Il problema è questi signori, capitanati dall’Onorevole Alfonso Pecorario Scanio, in base ai dati climatici strumentali che coprono gli ultimi 150 anni di storia, senza minimamente conoscere la storia del clima e dell’ambiente nelle ultime migliaia di anni, sposando banalmente le tesi dell’IPCC, sono giunti alla conclusione che molto probabilmente il cambiamento climatico attuale è provocato dall’inquinamento antropogenico dell’atmosfera.

Tale versione, autoreferenziata e NON scaturita e validata da un confronto scientifico internazionale multidisciplinare, è stata ampiamente lanciata nei mass media con una vera e propria campagna pubblicitaria promozionale che ha imposto una versione monocromatica della causa del cambiamento climatico-ambientale.

Questi signori ora parlano di “New Deal” e buttano là un manifesto infarcito di parole e buoni propositi ma che si incaglia sul solito Protocollo di Kyoto, che ci costringerebbe a spese folle per ridurre la concentrazione di gas serra di una percentuale irrisoria.

E’ necessaria” affermano “la definizione immediata di un Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici, che veda impegnato l’intero Governo, le istituzioni locali e territoriali e le parti sociali” quale?
La lotta alla siccità: come?
Alla desertificazione? Come?
la gestione integrata delle coste; (con le dune?)
l’adattamento del turismo in Italia; (cosa significa?)
la gestione delle risorse idriche; (Bravi, cominciamo con il tamponare gli acquedotti colabrodo e a combattere la mafia dell’acqua, semmai ci riuscirete).
un programma nazionale di partecipazione, informazione, sensibilizzazione dei cittadini sui cambiamenti climatici. (Poveretti, così la gente diventerà ancora più ignorante).

“L’esigenza di sviluppare strategie e piani di adattamento ai diversi livelli territoriali richiede la disponibilità per le amministrazioni di tali ambiti, di dati, informazioni e documentazione, nonché la predisposizione di rapporti periodici sullo stato di attuazione delle iniziative”. (ci vorranno anni, vista come funziona la burocrazia in Italia).

“Per favorire la sostenibilità nelle politiche di adattamento è opportuno proporre l’istituzione di un Fondo europeo di adattamento che possa supportare le iniziative di assistenza ai paesi in via di sviluppo, con particolare attenzione a quelli del bacino mediterraneo” (bene, con quali soldi?).

Questo quadro nefasto e preoccupante tiene completamente all’oscuro i cittadini su come stiano andando veramente le cose.
E’ vero che l’Italia è sensibile ai cambiamenti climatici più di altre nazioni europee per la sua posizione geografica ma perchè non si dice ad esempio che le temperature più alte mai registrate in Spagna, Finlandia, Usa, Alaska e Argentina furono registrate tutte in data anteriore al 1915 e la temperatura più alta mai registrata al mondo risale al 1922 in Libia.

Perchè NON si dice che l’aumento della concentrazione di gas serra si è quasi sempre verificato dopo un aumento delle temperature, salvo negli anni 60-70 dove la temperatura è diminuita nell’emisfero nord ma le concentrazioni di gas serra sono aumentate.
Perchè NON si dice mai che è stato dimostrato che il freddo ha un’incidenza doppia di mortalità rispetto alle condizioni di caldo estremo.
Perchè NON DI DICE che in atmosfera sono presenti 3000miliardi di tonnellate di CO2, che l’uomo ne immette ogni anno 20 miliardi, e l’applicazione del Protocollo di Kyoto equivarrebbe a ridurle di 0.5 miliardi. Molti dicono è un primo passo: ma io ribadisco ancora che anche salire su uno sgabello è il primo passo per avvicinarsi alla luna.

Infine perchè NON SI DICE che i costi del famoso Protocollo sono di 150 miliardi di dollari all’anno: con metà di quella cifra potremmo garantire acqua potabile ed assistenza sanitaria e istruzione a milioni di persone.
Autore : Alessio Grosso