00:00 7 Ottobre 2011

Il difficile ruolo della scienza tra limiti intrinseci ed aspettative disattese

Cerchiamo di capire che cos’è la scienza, prima che una distorta percezione del suo ruolo finisca con il demolire definitivamente anche quel poco di dignità e di credibilità che le sono rimaste.

Poco tempo fa, tanto per fare degli esempi, i casi delle influenze aviaria e suina furono emblematici nell’evidenziare i limiti di una scienza molto spesso in affanno nel gestire certe problematiche e le aspettative della gente, e soprattutto nell’evidenziare i limiti di una comunicazione tra ambiente scientifico e opinione pubblica che a questo punto andrebbe totalmente rivista e rivalutata.

Solo qualche giorno fa l’imbarazzante incertezza sulla caduta del satellite artificiale UARS, e poi la storia del neutrino, questa impalpabile particella che sembra viaggiare più veloce della luce, hanno contribuito a rinvigorire una già pesante sensazione di sfiducia e di svalutazione che generalmente si respira nei confronti della scienza.

E chi l’avrebbe mai detto, pilastri fondamentali della fisica classica e quantistica che si piegano sotto i colpi implacabili di una conoscenza scientifica che corre come un treno supportata da una tecnologia che le permette di giorno in giorno di trovare applicazione in sperimentazioni sempre più sofisticate. Quasi cent’anni di relatività einsteiniana buttati di colpo nel cestino, il triste e come sempre frettoloso messaggio.
 

Ci sono poi le numerose questioni che rimangono ancora aperte come la teoria del multiverso, il mistero della materia oscura che non si riesce a vedere, l’inafferrabile particella di Dio (in realtà Bosone di Higgs) che esiste solo nella teoria, e naturalmente mettiamoci anche gli argomenti più concreti e che ci interessano molto più da vicino come la comprensione della cancerogenesi e dell’invecchiamento, la genetica e la cura delle malattie rare o delle malattie neurodegenerative, la ricerca farmacologica, la terapia genica e quant’altro.

In effetti gli argomenti di discussione per i quali la scienza non ha ancora trovato una risposta chiara ed univoca sono molti, per cui, in un contesto del genere risulta molto facile gettare benzina sul fuoco e dubitare fortemente sulle reali potenzialità del metodo scientifico.

La conclusione più ovvia che ne deriva e che purtroppo è ampiamente diffusa tra l’opinione pubblica, è che della scienza non ci si può fidare.
L’affermazione in effetti può avere le sue giustificazioni, anche se in realtà, per contro, si potrebbe già rilanciare con una semplice domanda: conoscete forse un metodo investigativo più appropriato e concreto e che possa fornire risultati più affidabili?

Francamente tutte le possibili alternative, ammesso che esistano e si possano considerare tali, sembrano ancora molto meno convincenti.

In assenza di un metodo scientifico, ognuno di noi potrebbe sostenere qualsiasi cosa solo perché supportato da personali convinzioni e da conoscenze soggettive. Si entra infatti nel campo delle pseudoscienze, alle quali, volendo, chiunque può credere secondo propria coscienza: si pensi ad esempio alla metafisica, all’ufologia, alla omeopatia, alla psicoanalisi, ad alcune sfumature della psicologia o della medicina (terapie alternative, dietologia, medicina estetica e quant’altro).

La scienza non è infallibile, non può spiegare tutto e non ha risposte soddisfacenti a tutte le domande, anzi, il territorio in cui si muove è spesso ristretto e circoscritto (campo di applicazione), i risultati sono spesso parziali e quasi sempre provvisori e necessitano sempre di conferme e perfezionamenti; anche se il metodo scientifico è sempre quello, i contenuti sono in realtà in costante evoluzione. L’idea di una verità assoluta ed immutabile che molti invece si aspettano è un concetto scientifico e filosofico che potrebbe anche non avere senso.

Lo stesso tipo di problema scientifico si presenta naturalmente anche nella ricerca climatologica, con l’aggravante supplementare che la climatologia a differenza della fisica o della medicina, è una branca scientifica molto più giovane ed inesperta ed oltretutto complicata da una modalità di approccio allo studio necessariamente multidisciplinare.

Ma mentre l’universo rimane un mistero, le persone invecchiano ancora (anche se mediamente decisamente meglio) e purtroppo il cancro rimane ancora una malattia grave e potenzialmente mortale, chissà perché in climatologia nel giro di soli trent’anni si è invece già chiarito tutto.

E questo nonostante le ancora insufficienti conoscenze del complesso sistema climatico, che ricordiamo essere non lineare e dipendente da una miriadi di fattori, e la non perfetta affidabilità dei dati quantitativi che si basano purtroppo su sistemi di misurazione ancora ampiamente sensibili a vari tipi di errore.
Questo tipo di atteggiamento quindi non appare molto scientifico, una teoria del tutto non esiste ancora in fisica, figuriamoci in climatologia, dobbiamo imparare quindi a dubitare di certe fonti e capire che quello che passa generalmente il convento e cioè la comoda fonte mediatica, non è scienza, ma soltanto un maldestro tentativo, peraltro spesso superficiale ed impreciso, di comunicare aspetti scientifici spesso di spessore, contenuti e finalità completamente diversi.

A proposito, tornando alla questione del neutrino superman, la comunità scientifica è naturalmente al lavoro per le opportune verifiche, lo scetticismo infatti è forte e si stanno cercando gli eventuali errori strumentali. Forse Einstein, oggi come ieri, ha ancora ragione.
 

Autore : Fabio Vomiero