00:00 15 Novembre 2006

Il SOLE ci porterà verso un nuovo raffreddamento?

Secondo un istituto di ricerca tedesco l'effetto serra antropico influenzerebbe poco la temperatura del Pianeta.

Le analisi fatte sulla variazione dell’attività solare degli untimi millenni nel Schroeter Institute for Research in Cycles of Solar Activity di Waldmuenchen, in Germania, indicano l’approssimarsi di un lungo periodo di clima freddo con la fase più fredda intorno al 2030, contrariamente alle speculazioni dell’IPCC sul riscaldamento globale causato dall’uomo, che potrebbe raggiungere nei prossimi anni fino a 5.8°C in più.

E’ stato dimostrato che questo minimo, nel ciclo di 80-90 anni della radiazione solare, legato all’oscillazione (ciclo di 83 anni,166 anni da picco a picco) del centro di massa del Sole nel “centro” del sistema solare, coincide con i periodi di clima freddo della Terra.

Dato che ormai si conosce bene il fenomeno, è relativamente semplice calcolare che il prossimo minimo, detto di Gleissberg, intorno al 2030, ed il successivo intorno al 2200, daranno origine ad un tipo di minimo simile a quello di Maunder (avutosi, appunto, durante la piccola era glaciale) accompagnato, probabilmente, da un regime climatico freddo.

Questa previsione, dice il Dr. Theodor Landscheidt, basata sui moti ciclici orbitali del Sole, ha già dato buoni risultati sulla previsione degli ultimi 3 El Niño, anni prima che si presentassero, e su molti altri fenomeni rilevanti.

Contrariamente, le ipotesi sfornate dai modelli dell’IPCC, frutto di ricerche sull’effetto serra di origine antropica, hanno fallito su quasi tutti i fronti.

Il giudizio dell’IPCC secondo cui il fattore solare possa essere considerato trascurabile è basato sulle osservazioni satellitari, iniziate nel 1978, che mostrano come la radiazione solare totale, sarebbe variata solo dello 0,1% durante il ciclo undecennale del Sole.

Questa argomentazione, però, non tiene conto dell’attività eruttiva del Sole che influenza pesantemente l’intensità del vento solare, e che il vento solare produce effetti più forti della totale radiazione solare.

Il flusso magnetico totale che lascia il sole, trasportato dal vento solare, è aumentato di un fattore 2.3 dal 1901, mentre le temperature della Terra sono aumentate di 0,6°C.

L’energia del flusso solare è trasferita nell’ambiente prossimo alla Terra da “connessioni” magnetiche e direttamente nell’atmosfera come particelle cariche.

I solar flare, gli eventi più esplosivi nel sistema solare, rilasciano un’energia enorme, e sono in grado di aumentare la radiazione ultravioletta del Sole di un 16%. L’ozono stratosferico assorbe questo eccesso di energia, causando riscaldamenti locali e disturbi di circolazione.

Il modello di circolazione generale sviluppato da Haigh (1996), Shindell (1999), e Balachandran (1999) conferma che i cambiamenti di circolazione, indotti inizialmente nella stratosfera, possono penetrare nella troposfera ed influenzare la temperature e la pressione atmosferica.

Quindi vari fenomeni atmosferici, come le tempeste, sarebbero l’ovvia conseguenza del surplus energetico presente nell’atmosfera, provvedendo così a dissiparlo o ridistribuirlo.

Insomma, tutto considerato la sola oscillazione del Sole intorno al centro di massa del sistema solare, potrebbe spiegare, “da sola”, tutte le variazioni termiche e climatiche in atto sulla Terra nell’ultimo secolo (se non, addirittura, nei millenni trascorsi), senza scomodare, più di tanto, le attività umane (compreso l’aumento di CO2 atmosferica).

Secondo il ciclo di Gleissberg, la PDO (Pacific Decadal Oscillation) mostrerà valori negativi intorno, al massimo, al 2016, e La Niña sarà più frequente e forte di El Niño intorno al 2018.

Secondo tale ciclo, quindi, non bisognerà aspettare fino al 2030 per vedere se la previsione del minimo di Gleissberg è corretta.

Un trend di diminuzione della radiazione solare (già in atto) e delle temperature globali dovrebbe iniziare a manifestarsi molto prima che venga raggiunto il minimo stesso.

Di Massimiliano Santini
Autore : Massimiliano Santini