00:00 22 Maggio 2017

Caldo o freddo: chi uccide di più?

Ci si domanda se il freddo possa compromettere o meno più del caldo la qualità della vita e provocare un maggiore numero di decessi tra la popolazione.

Indubbiamente questa stagione bizzarra fa pensare che tutte le dichiarazioni catastrofiste di chi vede la Terra sull’orlo del baratro a causa del riscaldamento costante del Pianeta, anche e soprattutto a causa delle attività antropiche, siano veritiere.

Il riscaldamento è sotto gli occhi di tutti ma non è detto che questo sia anche il trend dei prossimi 100 anni.

La maggioranza della popolazione in ogni caso vorrebbe vivere al caldo (pur non estremo) e l’idea di ridurre le emissioni per abbassare le temperature globale non entusiasma più di tanto. Il discorso diventa più coinvolgente se si chiama in causa la salute umana e si paragona l’inquinamento ad una peste che falcidia con il cancro e come il cancro milioni di persone. Ma qui si sta discutendo di freddo e di caldo. Chi ha provocato i problemi più grossi in passato?

Innanzitutto non è mai stata approvata l’asserzione che un aumento importante delle temperature possa determinare la sicura scomparsa di molte specie viventi. Il freddo in passato, quando l’uomo non viveva comodamente nei suoi appartamenti riscaldati, mieteva molte più vittime del caldo.

Freddo, malattie e carestia andavano certamente a braccetto. Certo le temperature estreme hanno sempre provocato problemi alla popolazione e all’ambiente, ma in un ambiente più freddo era anche molto difficile trarre dalla Terra anche solo ciò che bastava per il proprio sostentamento. Per strada certamente gli anziani sono i primi ad esprimersi in questo modo nei momenti in cui il caldo si scatena: "mamma mia, si soffoca, dal freddo ci si difende, dal caldo no", memori del fatto che sino a qualche decennio fa il condizionatore praticamente era un privilegio di pochi, ora sono in pochi invece a non averlo e ne abusano a tal punto che c’è un proliferare di bronchiti nei mesi estivi.

Quanto a virus e batteri ce ne sono per tutti i gusti e per tutte le temperature. Ci sono batteri capaci di vivere a basse temperature ed altri che gradiscono invece le temperature più alte.
Esistono batteri termoresistenti che a temperature maggiori di 70°C sono in grado di resistere ed anche spore batteriche che resistono oltre i 100°C.
Infine in un ambiente più umido la crescita batterica avviene molto più rapidamente. 

Quello che si può affermare dunque con buon senso è che le ondate di caldo ripetute, così come un lungo periodo di freddo eccezionale possono mietere vittime in egual misura, soprattutto nelle persone più debilitate, ammalate, povere o tra i senza tetto. 

Del resto illudersi di poter controllare la temperatura della Terra mantenendola su un valore ideale agendo sulla riduzione della concentrazione di anidride carbonica è decisamente presuntuoso, soprattutto non conoscendo a priori il comportamento del clima nei prossimi anni.

Pensate solo se il clima volgesse al freddo nel breve volgere di 20 anni. La concentrazione di anidride potrebbe persino salvarci dai rigori estremi di una nuova piccola glaciazione. Ridurre invece l’anidride e la concentrazione di altre particelle inquinanti per attenuare il pullulare di patologie indotte dalla loro inalazione (dirette o indirette) è un impegno per il quale val bene spendere una vita.
 

Autore : Alessio Grosso