00:00 6 Maggio 2020

Studio cinese sulla situazione in Italia: “troppo presto per fase 2”

Uno studio condotto dall’ospedale generale cinese di Pechino (PLA) ha approfondito l’emergenza coronavirus che ha colpito duramente l’Italia cercando di capire le regioni del maggior numero di contagi e morti rispetto alla provincia di Hunan.

Secondo i ricercatori la principale causa è da ricercare nelle non tempestive e rigorose misure adottate dal Governo per contrastare la diffusione dell’epidemia. “Sebbene le due zone (provincia di Hunan e Italia) abbiano una popolazione simile, di circa 60-70 milioni di persone, la diffusione del virus è avvenuta in maniera nettamente diversa: la penisola italiana si colloca al terzo posto tra le aree più colpite e in quanto al numero di decessi è seconda solo agli Stati Uniti, mentre a Hunan sono stati confermati poco più di mille casi”, secondo il Coronavirus Resource Center dell`Università Johns Hopkins.

Per spiegarne il perché i ricercatori cinesi hanno modificato il SIR, un modello matematico standard. In questo modo hanno mappato i diversi effetti a seconda delle misure di prevenzione adottate nelle varie zone.

Lo studio cinese ha portato a concludere che sia troppo presto per la fase 2. L’allentamento del lockdown in atto potrebbe essere prematuro. “Siamo convinti che sia troppo presto”, dichiara Jia, Wangping Jia del PLA di Pechino, autore principale dell`articolo, aggiungendo che esiste una probabilità che si verifichi una seconda ondata di contagi, dato che il Paese non è ancora uscito dal periodo di epidemia.

“Ovviamente ci sono dei limiti nel nostro studio, anzitutto dato il numero limitato di test, il numero di contagi in Italia potrebbe essere superiore a quello ufficiale. Inoltre il modello non tiene conto del periodo di incubazione della malattia, il che potrebbe renderlo meno accurato. Ma quello che ci preme sottolineare è l`importanza delle misure preventive, che devono essere attuate il prima possibile dal governo. Questo può ridurre notevolmente il numero di contagi”

“E` importante sottolineare che nelle situazioni reali la velocità di trasmissione può essere influenzata da diversi fattori, come la protezione personale, l`isolamento sociale e il blocco delle città”, commenta Jia. “Secondo il modello esteso SIR, a Hunan dovrebbero essere 3.369 i casi totali, e i contagi a zero sarebbero avvenuti il 3 marzo, mentre in Italia sarebbero circa 182.051 le infezioni attese, con una data di fine epidemia intorno al 6 agosto.”

Autore : Redazione MeteoLive.it