00:00 4 Dicembre 2014

La neve di martedì 9 in Emilia-Romagna: quanto è probabile in pianura?

Rovesci di neve sino a quote molto basse, localmente anche in pianura su parte del settentrione tra lunedì sera e martedì mattina.

L’ingresso dell’aria fredda tra lunedì 8 e martedì 9 potrebbe risultare spettacolare, sebbene alla fine come irruzione in sè assolutamente moderata, la prima però dalla fine dell’inverno 2012-2013, dunque quasi un evento.

Diciamo subito cosa non quadra: intanto la distanza temporale, mancano 4 giorni e mezzo e le termiche risulteranno senz’altro ridimensionate rispetto ai valori previsti ad oggi, come sempre accade all’approssimarsi dell’evento.

La regione più colpita risulterebbe l’Emilia-Romagna, ma con la Romagna penalizzata da una bora violenta e mite, perchè il mare ad inizio dicembre è ancora caldo, niente vento da NW raffreddante e probabile pioggia sulla costa.

E all’interno? Neve dai 300m praticamente certa; se venissero confermate queste termiche rovesci di neve anche sulla pianura emiliana, pur misti a pioggia. In caso le termiche venissero alzate, come si teme, la neve cadrebbe comunque a partire dai 300-500m, lasciando in eredità in Appennino, anche sul settore romagnolo, una bella quantità di neve in vista delle feste natalizie.

Naturalmente, trattandosi di precipitazioni associate ad irruzione fredda su un territorio che presenterà temperature ancora positive, i valori caleranno congiuntamente all’arrivo delle precipitazioni e inizialmente si avrà pioggia sotto gli 800m, poi gradualmente si passerà a neve sino a quote basse nel corso della notte.

L’Emilia come vedete non riceve direttamente il soffio della Bora, bensì venti freddi in discesa da NNE dalle Alpi e poi rimodulati dall’Appennino stesso e rigettati freddi verso la fascia pedemontana, dunque potrebbe tranquillamente farcela.

Chi potrebbe assistere a qualche temporale di neve oltre all’Emilia-Romagna? Beh, il basso Veneto, tra basso Padovano, basso Vicentino, basso Veronese, e poi in Lombardia Cremonese, Mantovano e persino gran parte della bassa bresciana.

Previsioni che naturalmente andranno rivisitate costantemente alla luce dei prossimi aggiornamenti, perchè le Alpi sono un osso duro per i modelli, un ostacolo che emerge pian piano e che limita i passaggi delle masse d’aria, attualmente piuttosto semplificati da una definizione ancora da "medio termine".

 

Autore : Alessio Grosso