L'irruzione di aria fredda prevista nel week-end potrebbe non riuscire a mettere radici, giacché disturbata dall'accelerazione della corrente a getto e dal tentativo di ricompattamento del vortice polare.
Il modello americano è infatti l'unico a credere in una sorta di "seconda puntata" rispetto a questo episodio perturbato. La saccatura seguiterebbe a spingere un po' di aria fredda verso il Mediterraneo attivando una depressione sul meridione in grado di influenzare il tempo sin sul centro Italia, dove non mancherebbero alcune nevicate lungo la dorsale appenninica della Toscana, dell'Umbria, del Lazio e poi forse anche sui rilievi abruzzesi.
In seguito l'azione depressionaria verrebbe meno e si instaurerebbe per qualche giorno un flusso di correnti occidentali in grado di riportare mitezza e una relativa stabilità sul nostro Paese, in attesa di capire se potrà esservi un secondo affondo, così come suggerisce il modello americano per la fine del mese.
Per quel periodo le correnti atlantiche ricomincerebbero ad ondulare, per poi piazzare una doppia botta perturbata con fenomeni soprattutto tra nord e centro e con diminuzioni delle temperature in grado di portare a tratti neve sino in pianura su parte della Valpadana e a quote basse o molto basse, cioè anche collinari, sulle zone interne del centro.
Sarebbe già un grosso successo in un regime di vortice polare troposferico influenzato dal freddo presente in stratosfera (indice NAM a +1.5 mostrato nel grafico qui sopra). Il Nino però, potenziando gli anticicloni in Atlantico potrebbe dare una mano alle saccature proprio in sede europea e mediterranea.
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In primo piano - 18 Novembre 2015, ore 09.57
Autore : Alessio Grosso