00:00 9 Luglio 2009

Le multicelle

Fra i vari ammassi temporaleschi abbiamo già sottolineato la presenza delle linee di groppo e delle supercelle, ma non abbiamo mai parlato delle multicelle. Cosa sono? Come si formano? Ci sono differenze con le supercelle?

Un piccolo cumulo vaga per la pianura spinto dalle correnti in quota; durante il suo cammino ad un certo punto incontra una città o addirittura il mare, e così comincia a crescere rapidamente grazie al nuovo contributo di calore e di umidità ricevuto.

In pochi minuti si trasforma in cumulo “congestus” e poi in vero e proprio cumulonembo con incudine; comincia a scaricare fulmini e tuoni, con forti scrosci d’acqua e grandine, dando la sensazione di voler imperversare sullo stesso luogo per molto tempo.

L’aria fredda rovesciata dalle alte quote attraverso la precipitazione genera una nube a mensola che tende ad espandersi dal nucleo principale del temporale verso l’esterno, sollevando rapidamente altra aria calda, che al di sopra della nube stessa porta alla nascita di nuovi cumuli; questi ultimi crescono ulteriormente fino a che anche essi non si trasformano in cumulonembi, ed ecco che allora si apre una nuova “danza” di fulmini e tuoni, a qualche chilometro di distanza dalla cella madre.

Dopo pochi minuti i nuovi cumulonembi avranno riversato una cospicua quantità di aria fredda al suolo, sufficiente per generare nuove nubi a mensola e magari nuovi cumuli; allora possono nascere altre celle temporalesche, che si espanderanno a loro volta allontanandosi sempre più dal cumulonembo originario, ripetendo ancora il processo che ha dato loro vita.

A questo punto si può dire che è nata una struttura multicellulare, ossia un ammasso di nubi temporalesche (in numero variabile da 3 a 15-20) generate dalla medesima cellula “madre”.

In tale frangente i vari cumulonembi possono alimentarsi fra di loro o al contrario distruggersi l’uno con l’altro; infatti data la loro vicinanza relativa, i numerosi rovesci possono spingere ulteriormente aria calda dal basso verso le alte quote dell’atmosfera, ma in alcuni casi possono anche “spezzare” il canale di aria mite che alimentava un altro cumulonembo.

Tutto dipende dalla posizione relativa di una nube rispetto all’altra, ma in generale una disposizione simile dei vari elementi nuvolosi fornisce alla struttura una estrema mutevolezza.

Può quindi capitare di essere investiti da un primo temporale in arrivo da nord, che si presenta con saette frequentissime e pioggia battente, per poi passare ad un momento di relativa calma con precipitazione moderata o debole; poi all’improvviso magari da sud si rifanno vivi i fulmini, dando la sensazione che il temporale che ci ha appena superato torni indietro.

Ecco allora nuove forti precipitazioni, accompagnate da intense raffiche di vento e nubi che in alcuni punti formano dei “riccioli” molto suggestivi ma inquietanti; dopo pochi minuti si torna alla calma, ma da lontano si sentono arrivare altri tuoni, anche se non se inizialmente non se ne capisce la direzione di provenienza.

Incredibile! Stavolta i fragori e le piogge arrivano da ovest! Sembra di essere su una giostra, ma in verità stiamo assistendo ad uno degli spettacoli più imponenti e curiosi della natura, la cui dinamica può essere compresa solamente attraverso la spiegazione data precedentemente.

Ma tali strutture nuvolose hanno affinità con le supercelle? In realtà parliamo di un ammasso nuvoloso diverso, che si distingue dall’altro per tre principali caratteristiche:

1) la supercella è costituita da un solo cumulonembo, quindi occupa un’area territoriale relativamente piccola; la multicella invece può estendersi anche per migliaia di chilometri quadrati.

2) la supercella può ruotare su sé stessa, a causa di particolari caratteristiche del vento alle varie quote; la multicella invece è QUASI SEMPRE formata da normali cumulonembi, senza caratteristiche di rotazione attorno ad un asse verticale.

3) Gli effetti di una supercella comprendono qualche volta la formazione di un vero e proprio tornado, con danni e distruzioni concentrati in una fascia di pochi chilometri quadrati; le raffiche di vento generate da un giovane cumulonembo appartenente ad una multicella invece possono portare disagi su scale molto più vaste.

Va comunque fatta una puntualizzazione; se vengono rispettate alcune condizioni particolari nella direzione e nell’intensità del vento alle varie quote, in un sistema a multicella un cumulonembo (di solito quello più a sud) può prendere il sopravvento sugli altri e può cominciare a ruotare su sé stesso, dando vita ad una supercella; in tal caso gli altri cumulonembi potrebbero rapidamente tendere ad indebolirsi e dissolversi, lasciando tutto il carburante a disposizione del “più forte”.

Tale eventualità è comunque relativamente poco probabile, e comprende una casistica piuttosto ridotta in Italia.
Autore : Lorenzo Catania