00:00 22 Gennaio 2008

Quel febbraio del 2001 all’improvviso riservò bianche sorprese

La svolta fredda di un inverno che sembrava segnato.

Era partito con la nevicata natalizia in Valpadana l’inverno 2000-2001, poi la neve si era fatta vedere a tratti anche il 2 gennaio ed il 17, successivamente la stagione aveva preso una piega eccessivamente mite che faceva tanto pensare all’imminente primavera con un anticiclone piazzato ad ovest del Continente che prometteva di respingere ad oltranza l’ingresso delle perturbazioni atlantiche e delle masse fredde scandinave.

Anche allora la circolazione dei venti nella stratosfera tropicale era antizonale, anche allora la corrente a getto rallentò di colpo la sua corsa, anche allora tutte le correnti fredde sfilavano sui Balcani, anche allora l’anticiclone subtropicale raggiunse valori elevati, ma essendo febbraio non i 1045 che si prevedono in questi giorni sulla Francia. Ci si fermò a 1035hPa.

Poi di colpo le saccature limarono a tal punto la struttura anticiclonica da costringerla a cedere di schianto e a “cambiare aria”: prese infatti la via del grande nord lasciando spalancata la porta del Mediterraneo.
Si ripiombò in inverno e la neve cadde a bassa quota dapprima al centro-sud, poi al settentrione sul finire del mese.

Un’evoluzione del genere è classica, si osserva molte volte, ma non è automatica; in definitiva però ci sono discreti segnali che ci portano a pensare che gradualmente l’inizio di febbraio potrebbe consegnare al Paese un ritorno di fiamma o sarebbe meglio dire di ghiaccio dell’inverno.

Aspettiamo di capire quando avverrà la frenata del vorice polare: quando si frena bruscamente si rischia di sbandare e l’aria fredda potrebbe tracimare un po’ qua e un po’ là.
Autore : Alessio Grosso