00:00 4 Luglio 2003

L’importanza degli Alisei per gli uragani

Se non esistessero questi venti permanenti gli uragani sarebbero meno intensi e duraturi.

Gli Alisei sono venti permanenti che soffiano con intensità pressoché costante tra il 20° parallelo e l’Equatore; nell’emisfero nord spirano da nord-est verso sud-ovest, e svolgono un ruolo di fondamentale importanza nello sviluppo delle depressioni tropicali, sia sull’Atlantico che sul Pacifico.

Concentrandoci sul caso dell’Atlantico, possiamo infatti dire che le depressioni che si sviluppano sulle coste dell’Africa occidentale, nel tratto compreso fra le Isole Canarie e la Guinea, vengono spinte da queste correnti verso ovest, agevolandone il transito in aperto Oceano.

Alle basse latitudini l’acqua dell’Atlantico è molto calda, e quindi fornisce notevoli quantità di energia alle depressioni, che in tal modo si rinforzano ulteriormente; per loro natura i cicloni in parte tenderebbero a risalire verso nord, ma gli Alisei li mantengono alla loro latitudine di provenienza.

Mano a mano che si spostano verso ovest le depressioni continuano ad intensificarsi, cominciando a ruotare su sé stesse ed accentuando quindi anche l’effetto di “centrifuga” dato dalla forza di Coriolis; nasce così l’occhio del ciclone, a causa dei venti sempre più intensi che spirano all’interno della depressione stessa.

Una volta arrivate in prossimità dell’Isola di Cuba spesso le perturbazioni sono già classificabili come depressioni tropicali, se non come uragani veri e propri; la loro vita poi si prolunga di diversi giorni quando riescono ad arrivare nel Golfo del Messico, un bacino di acque estremamente calde.

Quando poi si è esaurita l’energia a disposizione, la perturbazione tende ad indebolirsi e ad essere agganciata dalla corrente a getto, che la spinge lungo le coste atlantiche statunitensi per poi farla inglobare dalla depressione d’Islanda.

Chiaramente non tutte le depressioni che nascono al largo dell’Africa hanno questa evoluzione, ma sicuramente se gli Alisei non fossero così sostenuti e costanti, gli uragani avrebbero “vita dura”.
Autore : Lorenzo Catania