00:00 4 Dicembre 2012

Anticiclone tra Russia e Scandinavia, le possibili conseguenze per l’Italia ed il Mediterraneo

Una zona d'alta pressione è prevista rinforzare i prossimi giorni alle alte latitudini settentrionali. Si tratta di una zona anticiclonica di natura dinamica ma con una forte tendenza alla termicizzazione negli strati prossimi al suolo con valori di gran gelo. Che ruolo potrebbe recitare questa figura barica nello scacchiere europeo e mediterraneo?

Risulta assai peculiare l’evoluzione atmosferica prevista a partire da questa settimana. A fronte di una stratosfera raffreddata che presenta un Vortice Polare particolarmente compatto, la troposfera pare andare per conto suo seguitando a proporre scenari complessi con una circolazione molto disturbata e tormentata.

Nelle carte e nei modelli odierni spicca all’occhio la formazione di una zona d’alta pressione tra la Scandinavia e la Russia. Questa zona anticiclonica non è in realtà del tutto assimilabile al famigerato anticiclone russo portatore di gran gelo. Nonostante i valori previsti negli strati prossimi al suolo siano molto freddi, spostandoci alle quote superiori il nostro anticiclone presenta in realtà un cuore caldo potendo così essere considerato un anticiclone dinamico a tutti gli effetti. 

Il forte raffreddamento degli strati prossimi al suolo è favorito oltremodo dalla lunga notte polare che in questo periodo è in piena azione alle alte latitudini. La presenza di ventilazione orientale o nord orientale favorisce poi un certo pescaggio di aria continentale dalle remote steppe della Russia settentrionale favorendo ulteriormente il forte raffreddamento dell’aria nei bassi strati.

Nonostante le origini dinamiche, questa zona di alta pressione subirà quindi una certa “termicizzazione” col passare dei giorni. Verrà così a crearsi un discreto serbatoio di freddo con potenziali effetti anche sul panorama meteorologico italiano. Su quest’ultimo puntoi modelli sono molto ballerini passando al vaglio senza troppi scrupoli da una certa previsione con un determinato tipo di conseguenze per il Paese, ad un’altra previsione totalmente differente nel giro di poche ore.

L’imperativo in queste situazioni è solo quello di attendere. Aspettare che i modelli metabolizzino le diverse figure bariche presenti in gioco calibrando con maggiore precisione l’effettiva influenza che avranno l’una o l’altra figura barica. 

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Autore : William Demasi