00:00 16 Settembre 2003

PASSO OCLINI: condivisione, energia, libertà

RADUNO METEOLIVE ATTO SECONDO - Ottanta persone sui duemila metri del valico dolomitico hanno vissuto un’esperienza unica e difficilmente sintetizzabile. Da ogni punto di vista, un successo di qualità e quantità.

Capita a volte di vivere un’emozione intensa, profonda, unica. Raramente, ma capita. Spesso succede quando meno te lo aspetti. E, quando ti trovi lì, il giorno dopo, a ricordare quei magici momenti, t’accorgi di colpo d’aver vissuto un’esperienza eccezionale, da consegnare alla tua storia, ai tuoi ricordi più intimi, segreti, complici.
T’accorgi poi che nella semplice contemplazione del bello hai costruito qualcosa di grande dentro e fuori di te, e che la condivisione di quella saggia esperienza ti rende irreparabilmente amico di chi, con te e come te, ha conosciuto negli stessi attimi i medesimi colori e le simmetriche emozioni di un qualcosa di straordinariamente grande.
Ti dispiaci viceversa per chi non c’è, per chi è rimasto “a casa”, per chi non è stato testimone, assieme a te, di uno spettacolo di siffatto irripetibile spessore emotivo. Ti rammarichi soprattutto di come il mondo degli uomini sia sordo di fronte ai richiami della bellezza più vera e più autentica, e di come esso possa diventare facile preda del proprio distratto lassismo latente.

C’è tutto questo e molto di più nella cornice di quel week-end settembrino trascorso in terra dolomitica, in una continua rincorsa verso l’ennesima, stravagante meraviglia della natura. Il freddo pungente, i rovesci incombenti, gli orizzonti sultani… tutto parla un’unica lingua nel Secondo MeteoRaduno targato MeteoLive.it.

Ci sono ottanta persone, diverse per cultura, età e provenienza geografica. Ci sono ottanta persone ma ci si capisce a sguardi: l’emozione diventa il comune denominatore degli orizzonti condivisi e d’improvviso si avverte tutta la consapevolezza di avere riconquistato una dimensione umana troppo frettolosamente trascurata dalla vita di tutti i giorni.

Ci si dimentica in fretta di tutti e tutto: in breve tempo Passo Oclini diventa una terra promessa, un paradiso degno dei soli eletti, un dono da preservare dalle brutture delle rispettive quotidinanità. Tutto viene consegnato alla storia di quei giorni, di quelle ore, di quei minuti, semplicemente di quegli imperdibili attimi… Lo spazio immenso che d’intorno ci raccoglie diventa una conquista di autentica libertà.

La sete dell’osservare e dell’ascoltare, così poco nutrita dal sordo bombardamento mediatico delle vite di ognuno, assume pian piano tutti i connotati di un incredibile elemento collante: barriere generazionali, geografiche e culturali – troppo spesso inscenate dal subdolo bisogno di sentirsi concorrenzialmente diversi – cadono come castelli di carta.

La parola d’ordine è comunicare, appassionarsi, ascoltare, osservare, conoscere, amare. Passo Oclini diventa così l’alternativa. L’alternativa di chi in cuor suo ha sempre desiderato un momento di riflessione da dedicare alle “cose del cielo e della terra”.

Per un attimo, a parlare sono i silenzi più reconditi della montagna, mentre le sensazioni dell’uomo si affollano nell’indecifrabile bisogno di sentirsi autentico.

Non è più il trillo del cellulare a rivestire l’importanza primaria della giornata, ma il saper scovare il rovescio di neve sulle vicine montagne. A Passo Oclini non c’è appuntamento che tenga, se non quello con il sole al tramonto o con Marte che sale. Le fatiche della palestra lasciano il posto all’ascesa del Corno Bianco, mentre gli strauben colorano una ricca dieta altoatesina.

Non c’è un attimo perso, un sol minuto di noia, né tantomeno la frenesia del dover produrre ad ogni costo. A Passo Oclini la gente è felice perché si sente parte di un progetto di vita comune, un progetto intelligente e superiore, di quelli solitamente malcelati dalle necessità di vita quotidiana.

L’individualismo cede il passo alla più genuina condivisione di una gioia profonda, e ovunque si volga lo sguardo ci si accorge dell’armonia che unisce se stessi agli altri nel contesto di una natura brillante.

A Passo Oclini tutto parla di libertà; quella libertà di percepire finalmente appagato nell’uomo il bisogno di autenticità, attraverso la fraterna ed appassionata condivisione del bello.

Dispiace una sola cosa: che il tutto si sia concluso nell’arco di due sole splendide giornate. Ma rimane la piena consapevolezza di aver consegnato quel sabato e quella domenica ai ricordi più belli di ognuno di noi. E così, in cuor nostro, portiamo dentro la speranza di poterli rivivere ancora, magari da tutt’altra parte o… chissà… Magari, ancora una volta… a Passo Oclini!
Autore : Emanuele Latini