00:00 10 Settembre 2017

MALTEMPO: Il PREFRONTALE – un pericolo da non sottovalutare

Quando si attende l'arrivo di una figura di maltempo, i fenomeni che precedono il fronte sono spesso più violenti del fronte stesso. Cerchiamo di capire come mai.

23 settembre 1993: un temporale autorigenerante prefrontale si abbatte su diverse zone del Genovesato. In media cadono tra i 400 e i 500mm di pioggia, con una punta di 800mm in Val Varenna, alle spalle della delegazione di Pegli. Il fronte vero e proprio transita solo tra la sera e la notte, portando accumuli piovosi "normali" tra i 50 e i 60mm sulla zona già fortemente martoriata dagli allagamenti.

Senza andare molto indietro nel tempo: lunedì 17 settembre 2007 su Milano cadono 70mm di pioggia per un temporale prefrontale notturno. Il fronte freddo transita la notte seguente, scaricando solo poche gocce.

Poi ci sono le altre due alluvioni del 2011 in Liguria ( la prima nello Spezzino e la seconda a Genova) causate da due temporali autorigeneranti prefrontali, con lo scarico al suolo di oltre 500mm in mezza giornata. In entrambi i casi il fronte seguende diede precipitazioni normali.

Insomma: è più forte il prefrontale o il fronte in sè? E’ una bella domanda…e la risposta non è poi così scontata. Il problema sta nella temperatura e nell’umidità presenti su una determinata zona.

In genere una perturbazione separa 2 masse d’aria di natura diversa, la prima calda e umida, la seconda più fredda e secca. Se il fronte si presenta rapido, altrettanto rapido sarà lo scalzamento dell’aria calda ad opera di quella fredda che affluisce dietro al fronte stesso. Di conseguenza i fenomeni si organizzeranno lungo la linea frontale, senza troppe interferenze. Se invece il fronte avanza lentamente ed è ospitato in una saccatura abbastanza vasta, è assai probabile che davanti ad esso si formino delle piccole "onde perturbate".

Trovandosi nella parte "calda" della saccatura, tali onde troveranno al loro passaggio un substrato assai caldo e umido "da scalzare", con la formazione di temporali "prefrontali". La massa d’aria antistante la perturbazione, quindi, può venire rimescolata da questi temporali già prima dell’arrivo del fronte e il conseguente impatto con l’aria più fredda postfrontale in ingresso sarà quindi più morbido.

In questo caso i temporali prefrontali possono avere forte intensità e colpire aree ristrette.

Attenzione quindi ai possibili fenomeni temporaleschi che potrebbero precedere la perturbazione in arrivo al meridione nelle prossime ore.

Autore : Paolo Bonino