00:00 9 Ottobre 2012

Indice AMO verso il basso, addio alle estati africane sull’Italia?

E’ quando emerge da una ricerca portata a termine nientemeno che dall’università britannica di Reading e pubblicata sulla rivista Nature Geoscience.

 Da diversi anni Meteolive ha cercato di approfondire tutta quella branca della previsione meteorologica che funge da anello tra meteorologia e climatologia. Lo studio degli indici teleconnettivi (qui https://www.meteolive.it/news/In-primo-piano/2/TUTTI-gli-INDICI-teleconnettivi-piu-importanti-per-non-perdersi-tra-mille-sigle-diverse–/22626/ spieghiamo per bene cosa essi siano) è proprio l’anello mancante della lunga catena che lega la previsione meteorologica a breve-medio termine a proiezioni di lunga gittata.

Ora, non possiamo certo dire di punto in bianco che il prossimo inverno sarà sicuramente gelido e nevoso, o che l’estate del 2013 sarà particolarmente torrida. Possiamo tuttavia gettare una linea di tendenza che, basandosi proprio sullo studio ancora empirico e a livello pionieristico delle teleconnessioni, può darci un responso numerico il cui output è la probabilità che un certo regime climatico possa verificarsi a lunga gittata.

Partendo da questi presupposti, l’Università britannica di Reading ha portato a termine uno studio secondo il quale l’andamento di una particolare oscillazione delle temperature superficiali dell’Atlantico, identificato dall’indice AMO (Atlantic Multidecadal Oscillation) possono interferire anche significativamente sull’andamento del tempo sull’Europa e sul Mediterraneo. Per noi è una gradita conferma, dato che in passato avevamo già disquisito sulla questione https://www.meteolive.it/news/Sotto-la-lente/9/Indici-vicini-e-lontani-AMO-in-calo-l-Atlantico-verso-un-raffreddamento/35360/.

Basti pensare che la circolazione alle nostre latitudini porta le correnti a scorrere da ovest verso est, dunque quello che giunge sull’Europa arriva in prevalenza proprio dall’Atlantico. Cosa ha dimostrato dunque Reading? Mettendo a punto un modello che ha confermato l’ampiezza di durata tra 20 e 30 anni del ciclo dell’AMO (da qui il termine multidecennale) i ricercatori hanno individuato che la fase positiva (acque più calde della norma) che ha preso il via negli anni ’90, sta per concludersi. 

Andiamo dunque incontro a 20-30 anni con temperature atlantiche in calo sotto la media. I dati hanno dimostrato che nelle fasi negative dell’AMO il clima europeo risulta più fresco e piovoso. La stagione che maggiormente risente di questo status è l’estate. Lo studio dunque ci induce a pensare che, tempo qualche anno, le torride estati africane si faranno da parte in favore di stagioni più "europee", soleggiate quanto basta ma in un contesto comunque dinamico e mutevole.

Siamo sicuri che la maggior parte degli Italiani avrà sicuramente di che gioire…

Autore : Luca Angelini