00:00 15 Giugno 2007

INCHIESTA: le regioni italiane come enormi discariche! (parte II)

Cemento illegale e abusivismo edilizio contribuiscono pesantemente ad aumentare i livelli di inquinamento del Paese. In crescita anche il fenomeno dell'archeomafia.

Oltre al problema dello smaltimento dei rifiuti e delle discariche abusive su cui specula persino la malavita organizzata, un’altra piaga ambientale che affligge e deturpa varie parti dei territori regionali.

Negli ultimi 10 anni in Italia sono state edificate 410.702 costruzioni illegali, tra nuovi immobili e trasformazioni d’uso di rilevanti dimensioni, dalle dimore più piccole fino alle ville, magari con piscina, e il 60% di tutto questo cemento illegale si concentra ancora nel meridione. Anche in questo settore, le mafie locali si sono inserite stabilmente con i loro business. Sarebbero addirittura 170 i clan mafiosi per i quali Legambiente ha denunciato legami diretti con il deterioramento dell’ambiente.

Il presidente di Legambiente, Roberto Della Seta, ha quantificato il giro d’affari delle cosche mafiose in termini di illeciti ambientali in decine di miliardi di euro. Un’autentica economia parallela e invisibile al danno ambientale aggiunge l’aggravante di fungere da freno per lo sviluppo di un’economia più pulita. Sempre secondo Della Seta al danno si aggiunge la beffa, se si pensa che dallo Stato arrivano messaggi più o meno diretti di accondiscendenza verso l’illegalità, come ad esempio il tanto citato condono edilizio: “Una misura irresponsabile che oltre a legalizzare innumerevoli scempi, trasmette all’intera società l’idea che il rispetto della legge sia un optional, e che in fondo chi la legge la rispetta è più fesso che onesto”.

L’analisi congiunta di Legambiente e Cresme hanno rivelato oltre 50000 costruzioni abusive solo nell’arco del 2003, all’incirca 6 milioni di metri quadrati di cemento abusivo per un valore superiore ai 3 miliardi di euro. Un’impennata del 45% rispetto al 2001. Dati ancora provvisori, destinati ad aumentare dopo l’accettazione delle domande di condono.

Non meno grave la situazione in cui vessa il patrimonio archeologico, talvolta soggetto ad autentici saccheggi che deturpano il paesaggio storico e artistico del Paese: in questi casi si parla di “archeomafia”, un fenomeno a cui finora nessun governo ha saputo opporre contromisure adeguate.

Negli ultimi 3 anni sono stati varati ben 4 condoni edilizi, l’ultimo dei quali in data 13 ottobre 2004, riguarda persino le aree protette e la tutela paesaggistica su cui, fatto inedito nella storia della Repubblica.

Tempi duri per l’ambiente, e la situazione si fa più critica nelle grandi città, dove la costruzione incessante di nuovi edifici aumenta i problemi di traffico e di sovraffollamento e riduce la qualità della vita.

In molti casi poi, la soluzione più adottata è quella di riversare nei fiumi, nei laghi e nei mari praticamente ogni sorta di liquami. Anche laddove vi siano degli impianti di depurazione, si scopre da recenti indagini di Legambiente che il 30% o non funziona o è in stato di grave avaria. Sembra proprio che le regioni siano destinate a diventare delle grandi pattumiere…
Autore : Simone Maio